MILANO (ITALPRESS) – Paulo Fonseca è il nuovo allenatore del Milan. La conferma ufficiale arriva in conferenza stampa da Zlatan Ibrahimovic, senior advisor di RedBird. Per il 51enne tecnico portoghese sarà la seconda esperienza in Italia dopo il biennio alla Roma (2019-21), concluso con un bilancio di un quinto e un settimo posto. Prima dell’arrivo in giallorosso, Fonseca aveva guidato, fra gli altri, il Pacos Ferreira ottenendo a sorpresa la terza piazza finale nella stagione 2012-13. Un risultato che gli era valso la chiamata del Porto, salvo poi essere esonerato dopo pochi mesi. Rilanciatosi al Braga, con cui conquista la coppa nazionale, guiderà per tre anni lo Shakthar Donetsk, centrando in ciascuna stagione l’accoppiata campionato-coppa. Dopo la Roma l’avventura in Ligue 1 col Lille, quinto posto alla prima stagione e quarto in quella che si è appena conclusa con tanto di qualificazione ai preliminari di Champions. Adesso il compito di raccogliere l’eredità di Stefano Pioli. “Un onore, un orgoglio, una responsabilità. Forza Milan!”, le prime parole via social di Paulo Fonseca, che ha firmato un contratto triennale. “Abbiamo studiato bene cosa volevamo, cosa cercavamo e abbiamo scelto Paulo perchè porti la sua identità – spiega Ibra – Vogliamo che la squadra pratichi un gioco dominante, offensivo, e dopo 5 anni vogliamo portare qualcosa di nuovo ai giocatori e a San Siro. Abbiamo studiato come Fonseca fa giocare le sue squadre, come prepara le partite, è l’uomo giusto: siamo molto fiduciosi e ci crediamo tanto. Inoltre la squadra l’anno prossimo, perdendo due giocatori come Kjaer e Giroud, sarà ancora più giovane e Paulo ha esperienza con i giovani, sa tirare fuori da loro il meglio”, ha detto Ibrahimovic. Che ha voluto ringraziare anche Pioli (“quello che ha fatto per il Milan resta nella storia”) e ha risposto anche sulla suggestione Conte, fra i nomi accostati alla panchina rossonera (“E’ un grande allenatore ma non era quello che cercavamo”). Per quanto riguarda il mercato, “il prossimo step è rinforzare la squadra per essere competitivi per gli obiettivi che abbiamo. E gli obiettivi sono i trofei, non solo in Italia ma anche in Europa. Ogni anno si deve giocare per vincere dei trofei. Il Milan non vince, il Milan fa la storia, chi entra qui deve avere l’ambizione di vincere, fare la storia. Chi non ha questi obiettivi non avrà spazio. Siamo arrivati secondi in campionato, in Europa League non abbiamo fatto bene, non siamo soddisfatti – sottolinea l’ex attaccante – Ma per il futuro siamo ottimisti e positivi. Quello dello scorso anno è stato un mercato che è servito a gettare le basi, il prossimo sarà il mercato dei dettagli. Un club come il Milan deve avere una squadra competitiva e mettere l’allenatore nelle migliori condizioni per fare il meglio possibile”. Per quanto riguarda le voci su Zirkzee, commenta: “C’è spazio per un nuovo attaccante. Zirkzee è forte, gioca bene, arriva dalla scuola olandese come me. Se mi somiglia? Non voglio fare paragoni. L’attaccante lo stiamo cercando e abbiamo una lista ma non facciamo beneficenza. Un club come il Milan non punta solo su un nome, poi bisogna valutare se un giocatore, per quanto forte, sia pronto a giocare con questa maglia, a giocare sotto pressione”. Ma il mercato del Milan passerà anche dalle conferme. “Maignan e Theo restano, così come Leao. Sono giocatori fra i più forti nei loro ruoli, sono sotto contratto e sono felici. Non abbiamo bisogno di vendere per prendere altri giocatori, grazie al lavoro di RedBird possiamo portare giocatori forti e migliorare”. Escluso per il momento l’ingresso di nuovi potenziali investitori (“Non ho parlato con nessuno, nè se n’è parlato con Cardinale”), Ibra ha fatto anche un primo bilancio della sua esperienza da dirigente. “Si lavora, dopo sei mesi ho già i capelli grigi…Dopo il ritiro si ha un’altra libertà nella vita ma Cardinale mi ha poi proposto di tornare al Milan in modo operativo via RedBird. Ho messo in chiaro che avrei detto sì a patto che fosse un progetto vincente perchè io non accetto di perdere, voglio vincere e vincerò. Mi ha risposto: ‘Benvenutò. Siamo sulla stessa pagina, abbiamo le stesse ambizioni. Con Gerry abbiamo parlato tanto prima di iniziare questa mia terza vita al Milan, parliamo la stessa lingua. Gerry è un vincente”. Ibra definisce il suo ruolo al Milan “semplice: lavoro molto vicino a Cardinale, collaboro con Furlani e Moncada. Ognuno ha il suo ruolo, ognuno è importante, ognuno ha la sua responsabilità”.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).
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