Sabrina Burgarello afferma: “Apprendiamo del DL che ieri il governo ha approvato e che prevede una riformulazione del fondo di coesione territoriale e delle ZES e non possiamo non attestare il nostro apprezzamento. Entrambi gli strumenti negli anni ha in tutto o in parte fallito la loro missione, era opportuno un cambio di rotta che dalle notizie diffuse sembra essere nella giusta direzione“. Così la presidente dell’ANCE Enna sul DL Sud approvato il 7 settembre dal governo Meloni.
Il provvedimento prevede che le risorse FSC 2021-2027, siano destinate a sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, ripartiti nella proporzione dell’80 per cento nelle aree del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord. La ripartizione delle risorse ad opera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) sarà in favore solo di amministrazioni centrali e regioni e province autonome (e non delle città metropolitane e altri enti pubblici, come invece previsto finora); si introduce la possibilità che gli interventi previsti dagli accordi per la coesione siano finanziati con le risorse europee che risultano ancora non impegnate.
“Potrebbe essere l’occasione per vedere finalmente finanziate, intendo realmente finanziate, alcune infrastrutture che da decenni attendono di essere realizzate. Penso ai lotti C della Nord-Sud e alle tante strade provinciali e statali che oggi versano in condizioni disastrose“.
Il provvedimento prevede anche una riformulazione delle ZES (Zone Economiche Speciali) con l’istituzione, della nuova “ZES unica” affinchè le aziende già operative e quelle che si insedieranno possano beneficiare di speciali condizioni di vantaggio, quali la previsione di un’autorizzazione unica per l’avvio delle attività produttive e il riconoscimento, fino al 2026, di un credito d’imposta.
“E’ un provvedimento sensato. Le nostre aree soffrono da sempre di una debole imprenditorialità. Concentrare gli sforzi sul rafforzamento anche delle imprese già esistenti e che hanno dimostrato di poter reggere la pressione del mercato è una buona notizia. Per troppi anni si è mitizzata la creazione di nuove imprese che poi alla prova del mercato non hanno retto con dispendio di risorse pubbliche a vantaggio solo delle imprese, spesso estere o del nord, che hanno potuto vendere impianti e macchinari“.
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