Il Giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Enna, con provvedimento dello scorso mese di luglio, divenuto definitivo nei giorni scorsi, ha emesso la sentenza di condanna di un anno e quattro mesi di reclusione a carico di A.F.
I fatti risalgono alla tarda serata del 26 novembre 2020 quando l’uomo dopo essersi introdotto all’interno di un palazzo ad Enna bassa raggiunse il locale ove erano situati i contatori dell’energia elettrica e, intervenendo su uno di esse, interruppe l’erogazione per uno degli appartamenti.
L’uomo si rese conto che in quell’abitazione risiedeva una donna, la quale dovette raggiungere il locale per ripristinare l’energia elettrica, ma A.F. staccò per la seconda volta il contatore e questa volta, nel momento in cui la vittima scese nuovamente, l’aggredì tentando una violenza sessuale. La donna riuscì a liberarsi e a fuggire non permettendo ad A.F. di continuare nel suo intento.
La vittima gridando attirò l’attenzione di un gruppo di giovani i quali, notato l’uomo uscire dalla piccola stanza e darsi alla fuga dapprima a piedi e poi a bordo di un auto, contattarono prontamente il 112 che, tramite la Questura, inviò immediatamente la volante e altre pattuglie della Polizia di Stato.
Grazie all’esatta descrizione dell’auto e ad alcuni particolari forniti dalla vittima, gli agenti della Polizia di Stato, individuarono subito l’abitazione di A.F. e pochi istanti dopo la tentata violenza giunsero gli investigatori della Squadra Mobile ed il personale della Polizia Scientifica per le immediate indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Enna.
Dal quadro complessivo delle varie attività investigative che vennero condotte, emerse subito la responsabilità nei confronti di A.F. che, per tali motivi, venne tratto in arresto.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, condividendo l’impianto accusatorio della Squadra Mobile, chiese ed ottenne la convalida dell’arresto e l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Nelle more il Questore di Enna, anche alla luce dei precedenti penali dell’uomo (atti persecutori e maltrattamenti in famiglia, rissa, molestie, lesioni personali ed altro) e della attualità della sua pericolosità sociale, lo ha proposto al Tribunale di Caltanissetta che, in accoglimento a tale richiesta, ha applicato all’uomo la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con l’obbligo di soggiorno presso il comune di residenza per la durata di due anni che inizierà a scontare a partire dalla sua scarcerazione dagli arresti domiciliari.
In tal modo A.F., in ragione degli obblighi cui dovrà sottostare, sarà continuamente e costantemente monitorato da parte delle Forze di Polizia per prevenire altri comportamenti contrari alla legge soprattutto in danno di persone di sesso femminile.
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