La provincia di Enna sta affrontando una grave emergenza idrica a causa della prolungata siccità che sta colpendo la Sicilia. I Comitati Cittadini Ennesi, attivi da oltre 20 anni nella lotta contro la privatizzazione dei servizi essenziali come l’acqua, hanno scritto ai presidenti e ai consiglieri comunali di 20 comuni della provincia per proporre l’approvazione di un ordine del giorno sul tema.
Secondo i Comitati, la causa dell’emergenza attuale non risiede solo nei cambiamenti climatici, ma anche nei limiti del processo di privatizzazione del servizio idrico integrato nella provincia di Enna. Essi ritengono che l’attuale gestore, Siciliacque, abbia disatteso gran parte degli impegni previsti dalla convenzione, come la realizzazione di opere infrastrutturali, la riduzione delle perdite idriche e la manutenzione delle reti.
L’ordine del giorno proposto dai Comitati chiede ai sindaci, in qualità di componenti dell’Assemblea dell’Autorità Idrica Territoriale (ATI), di intraprendere diverse azioni. Questi chiedono di istituire a livello comunale una “task force” per monitorare la situazione e supportare le istituzioni nella gestione dell’emergenza. Inoltre, di promuovere presso l’ATI iniziative per risolvere la convenzione con il gestore Acquaenna e di proporre all’ATI una rimodulazione tariffaria che preveda una significativa riduzione per gli utenti e l’esclusione di costi aggiuntivi legati all’emergenza.
I Comitati invitano anche i sindaci a valutare la possibilità di citare per danni la società Siciliacque per inadempienze contrattuali e a chiedere alla Regione siciliana di rescindere il contratto con la stessa società. Infine, chiedono di invitare l’ATI a intraprendere iniziative per il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico e di sospendere temporaneamente il pagamento delle bollette e la sospensione della bollettazione da parte del gestore.
Questa iniziativa dei Comitati Cittadini Ennesi mira a coinvolgere attivamente i comuni nel cercare soluzioni per affrontare l’emergenza idrica, contestando al contempo il modello di gestione privatistica del servizio e chiedendo il ritorno a una gestione pubblica, ritenuta più efficace e attenta alle esigenze dei cittadini.
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