Dopo l’occupazione dell’aula consiliare dei quattro consiglieri comunali di minoranza di Calascibetta, gli atti finiscono in Procura. La risposta di Patto Civico

minoranza Patto per Calascibetta
Condividi l'articolo su:

ASCOLTA QUESTO ARTICOLO

L’occupazione dell’aula consiliare da parte dei quattro consiglieri di minoranza di “Patto Civico per Calascibetta” e la diretta Facebook con la quale i consiglieri spiegavano le loro ragioni, ha avuto degli strascichi. I fatti del 3 maggio sarebbero stati segnalati alla Procura della Repubblica e alla Prefettura di Enna.

Un primo consiglio comunale era stato convocato il 2 maggio, ma erano presenti solo tre consiglieri sugli otto di maggioranza. Il provvedimento che riguardava l’approvazione del nuovo regolamento comunale sulla videosorveglianza rischiava la bocciatura, per questo motivo i tre consiglieri di maggioranza abbandonavano l’aula. Il giorno dopo l’intera maggioranza non si presentava, facendo saltare definitivamente il consiglio. Da qui nasceva l’esigenza da parte della minoranza di spiegare quanto accaduto.

Afferma la consigliera Cecilia Di FrancoPrendiamo atto degli atti portati in procura in seguito alla diretta Facebook avviata dalla minoranza dalla sala consiliare. Noi siamo sereni e pronti a chiarire come sono andati i fatti, che non corrispondono a quanto riportato nell’articolo in esame.  Avremmo gradito che il confronto politico, anche se a volte aspro, rimanesse circoscritto nel contesto politico così come più volte puntualizzato anche in aula”.

Immaginavo che la risposta alla diretta sarebbe arrivata. – Afferma il consigliere Salvo Dello Spedale –  È evidente che, l’intenzione di spostare l’attenzione della questione altrove, dimostra che non hanno argomenti politici per difendersi e per tale ragione sindaco, assessori e maggioranza tengono la bocca chiusa e non si presentano in aula. Amministrare per vivacchiare così nella speranza che i cittadini dimenticano al momento del voto è davvero avvilente e umiliante per chi fa politica e per chi osserva dall’esterno. In ogni caso, avremo modo di spiegare bene cosa succede nel nostro comune.

Aggiunge il consigliere Peppe Di FrancoVorrei ricordare che in occasione delle offese pubbliche ricevute da parte del presidente del consiglio, il collega consigliere destinatario, in un suo intervento, dichiarò che nonostante ci fosse stata un’offesa pubblica, e non era la prima volta, intendeva delimitare l’accaduto nell’ambito del confronto politico, evitando altre sedi. Prendiamo atto che nello scenario xibetano c’è chi crede che la diatriba politica possa sconfinare in Procura. Noi siamo per un altro modo di concepire la politica”.

Infine, conclude il consigliere Carmelo Lo VetriIl giudizio politico ad un’amministrazione, al di là dei finanziamenti che arrivano a tutti i Comuni grazie all’operato di qualche ufficio, è strettamente correlato al “modus operandi” dell’amministrazione stessa.  Alla luce di queste nomine immorali e viziate a livello procedurale, il giudizio è estremamente negativo poiché emerge chiaramente la vera essenza di chi ci amministra e di come ci amministra. Diciamo basta alla miope politica dei “contentini” ai cittadini, quando nel frattempo ci si dedica alla spartizione di incarichi e prebende. Perché una semplice diretta Facebook, avviata a causa di assenza multipla organizzata dalla maggioranza, ha dato tutto questo fastidio mediatico? I superstiti del PD xibetano (se esiste ancora) si concentrino a scrivere un comunicato chiaro ed inequivocabile, dove si evince la propria posizione su queste nomine, ed argomenti anche le motivazioni degli abbandoni e delle continue assenze dei consiglieri di maggioranza.  Tutto il resto sono schiocchezze!


Visited 21 times, 1 visit(s) today

Condividi l'articolo su: