Crisi idrica in provincia di Enna: i Comitati Cittadini denunciano gravi inadempienze nella gestione del servizio

Comitati Cittadini Ennesi
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La gestione dell’emergenza idrica nella provincia di Enna è al centro di un acceso dibattito dopo l’incontro tenutosi lunedì 21 ottobre presso la ex Provincia tra il presidente dell’ATI, Nino Cammarata e diversi Comitati cittadini, alla presenza di numerosi sindaci del territorio.

L’incontro, richiesto dai Comitati Cittadini Ennesi – gruppo storico attivo da circa 20 anni nelle battaglie contro la privatizzazione dei servizi essenziali – ha messo in luce serie criticità nella gestione del servizio idrico integrato. Particolarmente allarmante è emersa l’assenza di un piano di emergenza aggiornato, con l’ultimo documento risalente al 2005, lasciando il territorio sprovvisto di una mappatura adeguata delle fonti alternative di approvvigionamento idrico in caso di crisi.

La situazione appare ancora più grave considerando che il piano per la ricerca e l’individuazione delle perdite, presentato dal gestore Acquaenna nel 2006, non ha prodotto risultati significativi: ancora oggi si registra una dispersione idrica del 50% in gran parte del territorio provinciale.

La questione tariffaria è stata un altro tema centrale della discussione. I Comitati hanno sollecitato l’ATI, organismo preposto all’approvazione delle tariffe, a considerare una riduzione dei costi, appesantiti dalle ingenti perdite idriche mai risolte in quasi vent’anni di gestione privata. Si è anche ventilata la possibilità di valutare la risoluzione del contratto con Acquaenna per le evidenti inadempienze nella gestione del servizio.

A dare peso alle preoccupazioni dei cittadini sono intervenute anche le recenti dichiarazioni dell’ing. Salvo Cocina, dirigente regionale della Protezione Civile, che ha attribuito l’attuale crisi alle inadempienze perpetrate negli anni sia da Acquaenna che dall’ATI stessa.

I Comitati Cittadini Ennesi, pur concentrandosi nell’immediato sull’alleviare i disagi della popolazione, hanno annunciato l’intenzione di portare al centro del dibattito politico il fallimento della privatizzazione del servizio idrico nella provincia, invitando i sindaci dei 20 comuni a considerare il ritorno a una gestione pubblica del servizio.


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