Nel cuore della Sicilia, sei comuni della provincia di Enna affrontano una crisi idrica senza precedenti, una situazione che potrebbe lasciare oltre 30.000 cittadini senz’acqua. Il Movimento per la Difesa dei Territori (MDT), presieduto dall’ingegnere Fabio Bruno, ha rivolto un appello urgente al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, anche commissario straordinario per l’emergenza idrica, per richiamare l’attenzione su una situazione che rischia di precipitare.
La gravità della situazione è evidente. L’invaso Ancipa, principale fonte di approvvigionamento idrico per diversi comuni ennese, versa in condizioni critiche, con un livello attuale al 7 ottobre di soli 1,266 milioni di metri cubi (Mmc) d’acqua, ben lontani dai 16 Mmc dello stesso periodo dell’anno precedente. Oggi l’invaso dell’Ancipa conta 800.000 metri cubi e con il consumo di 180.000 metri cubi settimanali, a meno di improbabili piogge intense, le scorte sono destinate a esaurirsi entro un mese, lasciando i comuni di Nicosia, Troina, Cerami, Gagliano, Calascibetta e Sperlinga sull’orlo di una vera e propria emergenza idrica. L’erogazione dell’acqua è già ridotta a un solo giorno alla settimana, una quantità insufficiente per le esigenze quotidiane delle famiglie.
La Regione Siciliana, in collaborazione con l’Autorità di Bacino, ha destinato i residui 480 mila metri cubi d’acqua dell’invaso per assicurare l’approvvigionamento idrico fino a febbraio. Tuttavia, questa misura temporanea non basta a tranquillizzare la popolazione locale. La presenza della fauna ittica nell’invaso, che richiede un volume minimo di acqua per sopravvivere, e il problema dell’interrimento, cioè l’accumulo di sedimenti che riduce ulteriormente la capacità effettiva dell’invaso, rappresentano sfide aggiuntive che minano la sicurezza della soluzione adottata.
Di fronte a una situazione già segnata da carenze di servizi e spopolamento, il MDT richiama l’attenzione su alcune misure urgenti e di lungo periodo. L’associazione chiede che l’acqua dell’invaso Ancipa sia destinata esclusivamente agli usi idropotabili dei comuni della provincia di Enna e che il numero dei comuni serviti sia ridotto, escludendo quelli che hanno già accesso a fonti alternative. Inoltre, il movimento propone di attivare l’invaso Blufi per la provincia di Caltanissetta e di accelerare i lavori per collegare l’invaso Ancipa ad altri sistemi acquiferi, con l’obiettivo di compensare la scarsità d’acqua.
Secondo il MDT, questa crisi mette in evidenza gravi carenze nella governance delle risorse idriche. La gestione frammentata dell’acquedotto Ancipa, coinvolgendo molteplici enti e aziende, ha rallentato le risposte emergenziali, rivelando la necessità di un aggiornamento straordinario dei piani di approvvigionamento regionali e dell’adozione di tecnologie che permettano di ridurre le perdite e di riutilizzare le acque reflue. I dati del grafico di svuotamento dell’invaso mostrano come, negli ultimi cinque anni, l’invaso abbia iniziato a riempirsi a novembre; la carenza di piogge ha ridotto drasticamente il volume dell’acqua, ma, nonostante tutto, si è continuato a erogare la stessa quantità d’acqua sperando in piogge che non sono arrivate. Questa gestione ha contribuito alla scarsità odierna, e il MDT si chiede perché non si sia intervenuti in modo tempestivo.
Il MDT sottolinea che un cambiamento strutturale nella gestione idrica potrebbe evitare crisi future. Proponendo anche di rafforzare la vigilanza e i controlli sulla gestione delle risorse, il movimento auspica l’inclusione delle associazioni territoriali nella supervisione delle risorse. Un sistema più reattivo alle emergenze assicurerebbe una maggiore efficienza del servizio, riducendo l’impatto negativo sul tessuto sociale ed economico.
In conclusione, la crisi idrica della provincia di Enna rappresenta un campanello d’allarme che richiede interventi immediati e lungimiranti. La sicurezza idrica di oltre 30.000 cittadini dipende da decisioni rapide e da una governance più efficace delle risorse naturali. Secondo il MDT, è indispensabile che il governo regionale adotti un approccio strutturale, investendo nella sostenibilità e nella resilienza del sistema idrico siciliano.
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