Crisi idrica. Alfio Giachino (sindaco di Troina): “L’acqua potabile verrà prelevata dall’area etnea e immessa nei serbatoi comunali”

Assemblea cittadina crisi idrica Troina
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All’assemblea cittadina sulla crisi idrica convocata da lui stesso e svoltasi nella serata del 30 settembre al cineteatro Andrea Camilleri, il sindaco Alfio Giachino ha parlato della soluzione alla quale sta lavorando per non far mancare l’acqua potabile ai suoi concittadini.

Si andrà a prendere l’acqua potabile nell’area etnea e la si porterà con autobotti nei serbatoi comunali troinesi e da qui arriverà nei rubinetti in casa dei cittadini. Tutto questo avrà un costo di cui si farà carico il comune.  E sarà un costo che peserà molto sul bilancio comune. Ed è per questo motivo che Fabio Venezia, assessore comunale e deputato regionale, nella sua veste di parlamentare, ha detto che chiederà al governo regionale interventi per venire in soccorso del comune di Troina e degli altri comuni impegnati a fronteggiare la crisi idrica. E pare che dal governo regionale non dovrebbero esserci difficoltà ad accogliere tale richiesta.

Com’era prevedibile, c’era molta gente al cineteatro Camilleri. Tutti i posti a sedere erano occupati. In tanti sono rimasti in piedi. Si stima che fossero in tutto circa 250 i partecipanti all’assemblea. Molti dei presenti, oltre ad ascoltare il dibattito che si è sviluppato sulle comunicazioni del sindaco Giachino, hanno contribuito alla discussione con i loro interventi.

Il tratto comune a tutti gli interventi è la richiesta di avere fornita l’acqua per scongiurare il ritorno al passato di 75 anni fa quando nei mesi estivi l’acqua veniva fornita con le autobotti ai cittadini muniti di bidoni e vasche per prenderla e portarla a casa. Non sono mancati i rilievi critici ad AcquaEnna che gestisce il servizio idrico integrato, alla quale si chiede di sospendere la bollettazione e la restituzione agli utenti delle somme riscosse come partite pregresse, e a Siciliacque.

Ad entrambe le società si è rimproverato di non aver pensato a diminuire il prelievo di acqua dall’Ancipa e razionarne la distribuzione ad inizio primavera quando già si sapeva che saremmo andati incontro a settembre a serie difficoltà. Probabilmente confidavano nelle piogge ad inizio d’autunno, che non ci sono ancora. E non si sa quando arriveranno. Eppure si sa che negli ultimi 60 anni ci sono stati sei eventi siccitosi. Quello più grave dell’attuale è avvenuto negli anni 1988-1990. L’ha ricordato anche l’attuale assessore regionale all’agricoltura, Salvatore Barbagallo, nell’intervista rilasciata al quotidiano La Sicilia una settimana fa.

Allora perché non hanno iniziato a razionare la fornitura d’acqua a primavera?   Perché le due società hanno fatturato per fare profitti. Questo è stato detto da molti degli intervenuti, puntando il dito sulla gestione privatistica del servizio idrico che “non poteva convenientemente affidarsi a chi ne voglia fare motivo di lucro”. Pesanti rilievi critici sono stati rivolti a AcquaEnna che ignora sistematicamente le segnalazioni delle perdite di acqua lungo la condotta che cittadini e sindaco le mandano. Ci sono stati interventi mirati ad individuare i responsabili della seria situazione che Troina e molti altri comuni stanno vivendo con questa idrica. C’è una responsabilità diffusa che coinvolge enti gestori ed istituzioni. E’ giusto che vengano individuate. Ma non è questo il momento di ricercarle. Questo è il momento di puntare all’obiettivo prioritario di garantire comunque l’acqua ai cittadini e di promuovere una forte e coesa mobilitazione popolare per raggiungerlo. Naturalmente occorre avere chiara anche la prospettiva verso cui muoversi con la consapevolezza che il futuro non dovrà essere come il passato e il presente da lasciarci al più presto dietro le spalle.

Silvano Privitera


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