PALERMO (ITALPRESS) – Da primo candidato a smuovere le acque del centrodestra, con la sua discesa in campo il 15 marzo da “civico”, a candidato unico della coalizione. Quasi due mesi di fibrillazioni nel centro destra palermitano (e regionale) prima della scelta di oggi, da parte di Forza Italia, di chiedere un passo indietro al proprio candidato Francesco Cascio a favore di Roberto Lagalla.
“Forza Italia ha fatto una scelta di generosità e buonsenso, mettendo da parte l’interesse personale, per consentire al centrodestra di tornare vincente e ai cittadini di Palermo di voltare finalmente pagina rispetto a questi troppi anni di degrado. Forza Italia, che pure è il primo partito della coalizione in Sicilia, ha chiesto a Francesco Cascio di rinunciare alla sua candidatura a sindaco della città di Palermo e sosterrà il progetto di Roberto Lagalla”, si legge in una nota diffusa in mattinata.
L’ex assessore regionale (non più in carica dal primo aprile) ed ex rettore dell’Ateneo di Palermo è la figura attorno alla quale il centrodestra prova a trovare una unità e presentarsi con la stessa composizione di sempre: da Fdi, passando per Lega, Forza Italia e Udc. Con una appendice rappresentata da Italia Viva e dal suo proconsole siciliano Davide Faraone che ha deciso di sostenerlo. Fino a quando si vedrà: Renzi ha già bocciato l’unione con un centrodestra alla vecchia maniera.
Ancora sono da definire i dettagli dell’accordo, sono da definire i programmi di coalizione e anche le eventuali cariche all’interno della squadra che si candida a governare il capoluogo siciliano sotto le insegne della destra. Ma per quello ci saranno nuove riunioni. Già forse oggi.
“Ieri ho visto tutte le forze politiche al tavolo”, ha spiegato Lagalla, a margine di un incontro organizzato dalla Cisl a Palermo, parlando per la prima volta dell’ufficializzazione del passo di lato da parte di Francesco Cascio, “credo che sia corretto chiuderlo con una discussione collegiale”.
Ci sono dettagli ancora da definire, spiega l’ex rettore: “Quando si mette su casa questa ha bisogno di tante integrazioni. Molti dettagli riguardano il programma e altri riguardano la rappresentatività delle forze politiche in relazione all’impegno che ciascuna di essa dovrà dispiegare”.
Si ritira anche l’autonomista Totò Lentini: “Per fortuna la tanto auspicata unità nel centro destra è stata ritrovata e si è deciso di convergere su un’unica candidatura al governo della città di Palermo, per non rischiare di consegnare la città nelle mani della sinistra, a cui, seppur nell’ombra, fa sempre capo Orlando. La scelta è ricaduta su Roberto Lagalla, il quale si è impegnato a condividere il mio programma sulle grandi opere e con la mia presenza in giunta in prima battuta. Quindi mi ritiro. Procedere da solo sarebbe stata una corsa faticosissima e non avrebbe portato a una certa elezione”, ha spiegato in una nota.
La scelta del candidato a Palermo era, in un primo momento, legata a quella del candidato per la Regione. “Ogni giorno ha le sue spine”, ha risposto Lagalla con una battuta. Mentre il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, taglia corto il discorso spiegando come sarà una questione da affrontare solo alla fine della tornata amministrativa.
Le comunali di Palermo e Messina, dunque, potrebbero essere viste come un banco di prova per misurare le forze in campo all’interno del centrodestra prima della scelta del candidato governatore.
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