«Le risorse ci sono e non utilizzarle è il torto più grave che si possa fare ai cittadini amministrati». E’ questa la sintesi della riunione in videoconferenza organizzata dall’Ust Cisl e dalla Fai Cisl di Agrigento, Caltanissetta, Enna. I rispettivi segretari generali, Emanuele Gallo e Filippo Bartolotta sono risoluti nell’affermare che «molti comuni non hanno affatto considerato un’opportunità le risorse per il dissesto idrogeologico. Quando c’è fame da economia depressa i lavori pubblici rappresentano una robusta boccata di ossigeno per l’occupazione che manca o che scompare sotto i colpi della crisi pandemica. Invece a cosa assistiamo? All’assoluta inerzia di parecchie amministrazioni locali che continuano a chiedere senza ingegnarsi».
Con il D.L. n. 76/2020, Decreto semplificazione, sono stati definiti gli elenchi degli interventi sul dissesto idrogeologico, da ammettere a finanziamento, stilati sulla base dei fabbisogni e delle proposte avanzate dalle stesse regioni. A livello nazionale sono stati presentati 119 progetti per un ammontare di circa 262 milioni di euro. La Sicilia ha beneficiato di 18 miliardi e 531 mila euro che andranno a sostenere 7 iniziative localizzate nelle province di Trapani, Messina, Siracusa, Palermo.
«Agrigento, Caltanissetta, Enna, pur avendo grandi esigenze strutturali e di tenuta economica, non hanno presentato alcuna istanza – dicono Gallo e Bartolotta -. Nessuno degli 85 comuni delle 3 province ha sfruttato questa misura messa a disposizione dal Ministero dell’Ambiente per il ripristino, la salvaguardia, la messa in sicurezza di aree esposte al rischio di dissesto idrogeologico oppure per finanziare azioni di adeguamento e manutenzione di opere già esistenti. Le aree interne delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna non sfuggono all’impietoso rapporto elaborato nel 2018 dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) secondo il quale 7.275 sono rischio frane e/o alluvioni».
«Il non aver elaborato progetti finanziabili nel nostro territorio – rimarcano Gallo e Bartolotta – denota scarsa visione degli amministratori locali ma anche poca voglia di fare. Non può spiegarsi diversamente perché, con un ulteriore decreto dell’agosto dello scorso anno, sempre il Ministero dell’Ambiente aveva messo a disposizione risorse economiche e organismi tecnici per affrontare le problematiche connesse al rischio idrogeologico. Alla società pubblica Sogesid era stato assegnato il compito di collaborare per la redazione tecnica, ai presidenti di regione era stato conferito il potere di snellire del 40% le procedure dandogli inoltre la facoltà di anticipare il 30% delle somme utili per sostenere l’avvio dei cantieri. Nonostante tutte queste agevolazioni nessun territorio delle tre province ha deciso di giovarsi delle misure economiche attivate».
«Come Cisl – concludono Gallo e Bartolotta – torniamo a sollecitare l’avvio di un coordinamento strategico fra quelle amministrazioni maggiormente esposte al rischio di dissesto idrogeologico. Le emergenze si combattono con la prevenzione. E’ il momento di una stagione nuova improntata alla programmazione e alla pianificazione del territorio».
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