Che tipo di PC serve per minare i Bitcoin?

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Sei stato colpito dalla febbre dell’oro digitale? Allora potresti aver già sentito parlare di mining in relazione alla criptovalute.

Se cerchi maggiori informazioni su come diventare un minatore di Bitcoin e su cosa serve per estrarre le crypto, continua a leggere.

Cosa vuol dire mining di Bitcoin?

L’estrazione di Bitcoin è il processo attraverso il quale nuove criptovalute vengono immesse in rete e quindi in circolazione. Non solo! È anche il modo in cui si autorizzano le transazioni ed è una parte basilare dello sviluppo della rete blockchain.

Ogni miner – che contribuisce con successo al processo di estrazione e/o di validazione – riceve una ricompensa per il lavoro svolto. Se vuoi intraprendere l’attività di minatore è necessaria un’analisi preliminare del rapporto costi/benefici: l’investimento potrà essere ripagato e, se sì, in quanto tempo?

Per capirlo, ti consigliamo di prendere in considerazione i fattori base che influenzano l’andamento del mercato, come ad esempio il tasso di cambio Ethereum Euro che indica il valore della criptovaluta in relazione a una delle più forti monete fiat e quindi in relazione al mercato extra DeFi (finanza decentralizzata). Tale indice è particolarmente interessante perché Ether è una crypto molto apprezzata dai miner che investono su schede grafiche non eccessivamente costose per unire le forze e creare un pool di mining. Oltre al tasso di cambio, altri indicatori da monitorare sono:

  • capitalizzazione di mercato;
  • valore scambiato;
  • governance e white paper.

Esempio pratico di mining

L’estrazione di Bitcoin e la validazione dei blocchi di transazione sono eseguiti da un hardware sofisticato capace di risolvere un problema computazionale estremamente complesso. Il computer che trova la soluzione può avanzare nel processo, sbloccando il successivo anello della catena.

Facciamo un esempio. Prendiamo due utenti che chiameremo Alessandro (A) e Barbara (B). A invia una transazione a B e tale transazione viene collocata in uno specifico blocco della catena. Nella rete blockchain, letteralmente catena di blocchi, per far sì che quel blocco sia confermato e aggiunto alla catena, i PC dei miners sono impegnati a risolvere complessi enigmi crittografici.

La risoluzione di tali problemi, il cosiddetto Proof of Work (PoW) determina la ricompensa per i minatori.

Cosa serve per estrarre Bitcoin?

L’estrazione di Bitcoin è un’attività molto competitiva: i problemi crittografici sono sempre più complessi e richiedono un considerevole investimento per configurare il PC attraverso un’unità di elaborazione grafica (GPU), o un circuito integrato specifico dell’applicazione (ASIC). Il generale, l’hardware per realizzare un sistema di mining per PC ha un costo variabile da poco meno di 1000 € a oltre 10.000 €.

In certi casi, per abbattere le spese, il miner partecipa ai cosiddetti pool minerari formati da centinaia, se non addirittura migliaia, di minatori che mettono insieme il loro hash rate e dividono le ricompense in base alla singola potenza dell’hash.

Va tenuto presente che quando la potenza di calcolo aumenta, anche il livello di difficoltà dei problemi computazionali si alza, mentre quando la potenza di calcolo è bassa la difficoltà sarà minore: in questo modo la produzione dei blocchi della catena viene tenuta costante.

In ogni caso, tieni presente che il PC sarà attivo h24 e sette giorni su sette consumando energia elettrica. Proprio in questi giorni, però, circolano notizie interessanti a tale riguardo per i miners: la blockchain di Ethereum passerà dal sistema dell’algoritmo di consenso, il Proof of Work, al protocollo Proof of Stake (PoS). Tale innovazione promette di tagliare i consumi energetici e di inaugurare l’era green delle critptovalute: un risparmio di risorse per l’ambiente e un taglio di costi per l’attività di mining.

 

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