Nel contesto di una programmazione culturale destinata ad interventi di sistemazione e riqualificazione del verde pubblico, il giardino comunale ovvero “Parco delle Rimembranze” (teso a ricordare i caduti della Grande Guerra), che i ceramesi oggi chiamano semplicemente “Villa Comunale”, ha ritrovato una nuova eleganza, un suo nuovo splendore.
I più recenti accurati lavori eseguiti hanno, infatti, trasformato la risplendente Villa comunale, in un’oasi verde al centro della città: un vero e proprio gioiello, un salotto paesano, tanto ammirato dalla cittadinanza, quanto invidiato da forestieri e visitatori, luogo di riunione di giovani e adulti, dove i bambini, nell’area attrezzata a Parco Robinson, possono trascorrere i loro giochi di svago.
Soddisfatta l’amministrazione civica, guidata dal sindaco Silvestro Chiovetta, per la scelta di abbellimento portata a termine, fintantoché a vantaggio del gradimento visivo hanno trovato risalto (al contrario del taglio d’alberi in passato) nuove piantumazioni, ricercati ornamenti, la varietà delle corolle di fiori, il rifacimento di siepi e aiuole, la posa del tappeto erboso, la pulizia dei vialetti, l’ampliamento dell’impianto di illuminazione, un nuovo impianto di irrigazione, la manutenzione della fontana, l’installazione dell’impianto di videosorveglianza, la verniciatura delle ringhiere.
I lavori oggetto di restyling della villa comunale hanno, inoltre, riguardato il risanamento manutentivo del monumento situato proprio al centro del Parco delle Rimembranze e dedicato ai soldati ceramesi caduti in guerra.
L’opera, commissionata dagli emigrati concittadini residenti in America, si sviluppa su un basamento che, a pianta quadrangolare, formata da tre gradoni in pietra, fa da sostegno alle sovrastanti lastre marmoree che orlano il mausoleo, attorno a cui è possibile leggere epigrafi di forte civismo e di sublime amor di Patria.
In tre facciate laterali vi sono incisi i nominativi degli arditi eroi Ceramesi che sui campi di battaglia non mancarono di offrire il loro sacrificio per la Patria.
In cima al monumento si eleva e risplende, vibrante di pathos, la figura in marmo scultoreo di un milite combattente che, con lo sguardo alto e consapevole, stringe a sé con la mano sinistra la bandiera per simboleggiare il coraggio e l’attaccamento alla Patria.
Tutto così bello e convincente, peccato solo per un dettaglio.
Sulla lapide posteriore del monumento ai Caduti campeggia l’ingombrante scritta che testimonia la cittadinanza onoraria conferita, il 24 maggio 1924, dal podestà, avv. Ernesto Saggio, all’allora primo Ministro d’Italia, Benito Mussolini, a suggello della visita del Duce a Cerami, avvenuta il 6 maggio di quell’anno.
Una scritta che a causa delle intemperie si stava sbiadendo con il tempo e per molti era quella la fine che avrebbe dovuto fare quel pezzo della storia del paese. Invece, con il restauro avvenuto in questi giorni, l’iscrizione è stata ravvivata.
Diversi i commenti critici. Non possiamo sottovalutare il fatto che ci sono persone che si sentono poco a loro agio quando leggono la connotata onorificenza concessa al duce in contrasto con i principi e i valori della Costituzione repubblicana, la quale ripudia l’ideologia fascista.
Evidentemente, nel corso dei decenni trascorsi dal 1924 ad oggi, nessuno dei sindaci e delle amministrazioni susseguitesi, di chi ha ed ha avuto responsabilità politica si è posto la questione della revoca di tale cittadinanza.
Non si tratta di cancellazione della memoria, non si nega che ciò sia stato compiuto, il passato non può essere riscritto, ma semplicemente dire che, proprio alla luce della storia, fu un atto sbagliato, inconciliabile nei confronti di tutti coloro che hanno combattuto per l’Unità Nazionale, per i diritti di ogni uomo, per la libertà democratica, anche a prezzo della loro vita, contro Mussolini e contro tutto quello che ha rappresentato e significato.
Carmelo Loibiso
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