Carte siciliane: i giochi regalati dalla regione al resto d’Italia

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La Sicilia, terra di culture e tradizioni antiche, di passioni focose e di grandi narrative, è sempre stata un focolaio dove le emanazioni culturale si sono sviluppate in maniera differente rispetto al resto d’Italia. La nostra Nicosia, la città dei 24 baroni, al suo interno mostra evidenti prove di questo genere di comportamenti.

Le ripetute dominazioni che hanno caratterizzato il territorio siciliano hanno permesso una mescolanza difficile da riproporre in termini di regole ed idee. Questo ha permesso ai siciliani di crescere circondati da carte, giochi e regole uniche.

Dall’invenzione della “carta da gioco” in poi, passando per la dominazione araba e l’italianizzazione dell’isola, la Sicilia ha lasciato la sua impronta all’interno del macrocosmo ludico grazie ad un particolare set di figure conosciuto lungo tutto il territorio dello stivale.

Le carte siciliane sono forse il più grande esempio che possiamo fare in termini di natalità culturale ludica per la nostra bella isola. Le 40 carte siciliane sono belle e colorate e sono caratterizzate dalla presenza di simboli regionali sparsi qua e la su per le forme delle carte. La trinacria siciliana, simbolo araldico tradizionale, è soltanto il più famoso dei simboli presenti.

Per questo motivo quando si gioca a carte in un casinò online stranieri con licenza internazionale è facile trovarsi davanti mazzi con le simbologie della nostra regione, tanto è forte l’immaginario creato dal nostro modo di intendere i giochi di carte.

Per questi motivi oggi facciamo un piccolo excursus, andando a vedere quali sono alcuni dei giochi di carte più famosi e interessanti tra quelli made in Sicilia.

Inventiva isolana

Uno dei giochi più comuni e diffusi altrove tra quelli made in Sicilia si chiama Cucù ed è universalmente famoso come il classico gioco da fare ai pranzi o alle cene di famiglia.

 Cucù da il meglio di sé quando giocato in lunghe tavolate, dove ogni partecipante ha una sua carta e può scambiarla con il giocatore successivo. A impedire questo procedimento, però, arriva un ruolo specifico: quello del Re che ha l’obbligo di dichiarare appunto il sopracitato Cucù. A Cucù perde il giocatore con la carta più bassa; in caso di sconfitta però non tutto è perduto perché c’è una regola particolarmente simpatica che prevede l’ottenimento di una vita a discapito di un altro giocatore per chi riesce a far parlare un qualsiasi altro dei concorrenti presenti in partita.

Di simile popolarità troviamo invece il famosissimo Sette e mezzo, gioco di carte molto rapido e sbarazzino dove i giocatori hanno tutti un unico obbiettivo: fare 7.5 punti contro il banco. Per farlo è bene ricordare che le figure (donna, cavallo e re) valgono mezzo punto mentre le figure di seme denari hanno valore deciso dal giocatore.

Il banco, interpretato dal mazziere, consegna una carta a testa ai vari concorrenti e questi devono decidere se richiedere un’altra carta o rimanere con il punteggio che hanno. Chi riesce ad ottenere i 7.5 punti soltanto con due carte ottengono il sette e mezzo reale, una condizione tale per cui al giocatore è riservata la possibilità di prendere le carte e diventare il mazziere stesso.

Non solo giochi originali

Altro gioco tipicamente siciliano è la zecchineta, conosciuta storicamente anche con nomi come lanzichenecco o lasqueneet. Questi nomi provengono da una delle probabili origini del gioco: i lanzichenecchi presenti in sicilia nel XVI secolo si dice giocassero spesso a questo gioco.

Un gioco curioso tra quelli made in Sicilia è la tummula o tombola in italiano.
Questo gioco condivide il nome ed il funzionamento con il classico gioco natalizio ma si sviluppa attraverso più mazzi di carte, uno per giocatore ed uno per il banco. Rimangono identiche le puntate con ambo, terno, quaterna, cinquina e tombola a fare da obbiettivi da raggiungere.

 

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