Il culto di San Giacomo risale al tempo dei Normanni che edificarono una piccola chiesa ai margini del folto bosco di Capizzi, come luogo di eremitaggio. Ebbe un notevole incremento nel 1282 con l’arrivo degli aragonesi, i quali diffusero il culto verso il Santo. Nel 1427 la chiesa divenne celebre Santuario, quando il cavaliere Aragonese Sancio De Heredia vi deposita alcune sacre reliquie tra i quali, la giuntura del mignolo della mano di San Giacomo Apostolo. Capizzi, infatti, possiede la reliquia di San Giacomo più antica della Sicilia. Nonostante la spogliazione delle reliquie avvenute nel quindicesimo secolo sotto il papato di Eugenio IV e il regno di re Alfonso il Magnanimo, a Capizzi rimasero alcuni frammenti di quelle reliquie. La reliquia si festeggia il 24 luglio di ogni anno. Oltre alla reliquia di San Giacomo, in processione vengono portate le reliquie di altri santi, contenute nella teca dorata che il 26 luglio viene posta sul fercolo del santo.
Il 25 luglio si celebra la solennità liturgica di San Giacomo Maggiore protettore di Capizzi, la confraternita di San Giacomo partendo dal Santuario si reca in chiesa Madre a prelevare le autorità ecclesiastiche. Presente quest’anno il vescovo della Diocesi di Patti, Guglielmo Giombanco. Subito dopo ha inizio il solenne pontificale concelebrato dal parroco, don Antonio Cipriano e dall’arcivescovo emerito di Catania, Salvatore Gristina. Al termine del pontificale la banda e le majorettes si esibiscono con uno spettacolo in piazza. Subito dopo il presidente dei festeggiamenti come da tradizione offre un rinfresco.
Quest’anno l’artista nicosiano Maurizio Cannizzo ha realizzato un’opera che rappresenta San Giacomo a cavallo.
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