ROMA (ITALPRESS) – “Tassare al 15% le imprese che tengono gli utili in azienda” e “agire sul cuneo fiscale”. Queste due delle proposte fatte dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, in una intervista al quotidiano “La Repubblica”, per alleggerire la pressione fiscale. Per prima cosa, occorre “intervenire sui redditi delle famiglie, specialmente a basso reddito – spiega -.
Conoscete la mia ossessione sul taglio delle tasse sul lavoro ai redditi inferiori a 35.000 euro. L’ho detto in tempi in cui l’inflazione non era così alta, e quindi quell’urgenza del taglio contributivo del cuneo fiscale è ancora più sentita ora”. Secondo, “stimolare gli investimenti. In ambito pubblico abbiamo il grande strumento del Pnrr, ma dobbiamo scaricarlo a terra velocemente e bene. Poi bisogna stimolare gli investimenti privati con un grande piano che ho chiamato Industria 5.0, o Transizione 5.0, perchè dobbiamo agganciare le transizioni digitale, ambientale, energetica”.
“La Commissione Eu ha detto che per la sola transizione green servono in Europa 3.500 miliardi, di cui 650 in Italia – prosegue -. Il Pnrr ne prevede fra 60 e 70. Vuol dire che 580 miliardi devono venire da famiglie e imprese, una dimensione impensabile. L’ultimo punto sono le riforme. Questo paese ha necessità di fare quelle di cui tutti sentiamo parlare da 35 o 40 anni. Ci veniva detto che le risorse non c’erano, col Pnrr adesso ci sono”.
In tutto il mondo si ragiona su “una global minimum tax, identificata intorno al 15%. Noi riteniamo che le imprese dovrebbero essere tassate in questa misura, se mantengono gli utili all’interno dell’azienda. E’ necessario essere competitivi, perchè anche sul fisco c’è competizione: conosciamo il dumping fiscale in Europa. Ma solo se tieni gli utili in azienda, e quindi stai reinvestendo, creando posti di lavoro, rendendo forte patrimonialmente la tua impresa. Se invece prelevi gli utili, vieni tassato anche con un’aliquota superiore a quella attuale”.
Per quanto riguarda le riforme più urgenti in vista dell’applicazione del Pnrr, secondo Bonomi “abbiamo bisogno di costruire un paese moderno, efficiente, inclusivo e sostenibile. Dobbiamo lavorare, e lo spirito del Pnrr va in questa direzione, sulle disuguaglianze. Ne abbiamo quattro grandi: di genere, generazionale, di territorio e di competenze. Se concordiamo su questo fatto, le riforme sono chiare. Una organica del lavoro, che tenga però dentro le politiche attive del lavoro.
Una grande riforma del sistema scolastico. Negli ultimi dodici anni tra Pubblica istruzione e Università abbiamo avuto dodici ministri e dodici riforme: così non vedrai mai gli effetti.
Abbiamo una grande riforma del fisco dafare. Ma non puoi prenderle singolarmente, ci vuole una visione organica”, conclude.
Conoscete la mia ossessione sul taglio delle tasse sul lavoro ai redditi inferiori a 35.000 euro. L’ho detto in tempi in cui l’inflazione non era così alta, e quindi quell’urgenza del taglio contributivo del cuneo fiscale è ancora più sentita ora”. Secondo, “stimolare gli investimenti. In ambito pubblico abbiamo il grande strumento del Pnrr, ma dobbiamo scaricarlo a terra velocemente e bene. Poi bisogna stimolare gli investimenti privati con un grande piano che ho chiamato Industria 5.0, o Transizione 5.0, perchè dobbiamo agganciare le transizioni digitale, ambientale, energetica”.
“La Commissione Eu ha detto che per la sola transizione green servono in Europa 3.500 miliardi, di cui 650 in Italia – prosegue -. Il Pnrr ne prevede fra 60 e 70. Vuol dire che 580 miliardi devono venire da famiglie e imprese, una dimensione impensabile. L’ultimo punto sono le riforme. Questo paese ha necessità di fare quelle di cui tutti sentiamo parlare da 35 o 40 anni. Ci veniva detto che le risorse non c’erano, col Pnrr adesso ci sono”.
In tutto il mondo si ragiona su “una global minimum tax, identificata intorno al 15%. Noi riteniamo che le imprese dovrebbero essere tassate in questa misura, se mantengono gli utili all’interno dell’azienda. E’ necessario essere competitivi, perchè anche sul fisco c’è competizione: conosciamo il dumping fiscale in Europa. Ma solo se tieni gli utili in azienda, e quindi stai reinvestendo, creando posti di lavoro, rendendo forte patrimonialmente la tua impresa. Se invece prelevi gli utili, vieni tassato anche con un’aliquota superiore a quella attuale”.
Per quanto riguarda le riforme più urgenti in vista dell’applicazione del Pnrr, secondo Bonomi “abbiamo bisogno di costruire un paese moderno, efficiente, inclusivo e sostenibile. Dobbiamo lavorare, e lo spirito del Pnrr va in questa direzione, sulle disuguaglianze. Ne abbiamo quattro grandi: di genere, generazionale, di territorio e di competenze. Se concordiamo su questo fatto, le riforme sono chiare. Una organica del lavoro, che tenga però dentro le politiche attive del lavoro.
Una grande riforma del sistema scolastico. Negli ultimi dodici anni tra Pubblica istruzione e Università abbiamo avuto dodici ministri e dodici riforme: così non vedrai mai gli effetti.
Abbiamo una grande riforma del fisco dafare. Ma non puoi prenderle singolarmente, ci vuole una visione organica”, conclude.
– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
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