Banca del Fucino sostiene la cultura e i teatri

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ROMA (ITALPRESS) – Il tema della responsabilità sociale dell’impresa è da tempo molto dibattuto. In effetti, ogni impresa è – o dovrebbe essere – consapevole dell’impatto che la propria attività esercita sulla società, anche al di là del suo immediato ambito di azione. Questo vale in particolare per le banche, che rappresentano uno snodo essenziale dell’economia del territorio.
Banca del Fucino ha deciso di tradurre concretamente questa consapevolezza nel sostegno a un settore in Italia spesso troppo spesso trascurato, quello della cultura, che nell’emergenza legata della pandemia è tra quelli che sta soffrendo di più le restrizioni e le chiusure. E naturalmente anche in questo campo è Roma a essere protagonista, a testimonianza dello speciale legame che da quasi 100 anni unisce la città alla Banca, l’unica tra le banche storiche romane ad avere tuttora azionariato italiano e headquarter nella Capitale. Banca del Fucino infatti sostiene il Teatro dell’Opera di Roma, fiore all’occhiello della cultura romana, con un’erogazione di 750 mila euro per il triennio 2020-2022. In particolare sostiene la “Fabbrica” Young Artist Program, che punta a formare nuove generazioni di artisti.
Ma non solo. Alla fine del 2020 è stato siglato un accordo con l’Associazione delle Imprese Stabili di Produzione (ISP). L’obiettivo è fornire il necessario supporto economico alle 43 imprese stabili sia in modo ordinario, per esempio tramite l’anticipo del contributo del Fondo unico per lo Spettacolo, sia straordinario, mettendo in campo a loro favore gli interventi previsti per contrastare l’emergenza pandemica, come le garanzie al credito. “Il nostro intervento a favore del settore teatrale ha due motivazioni – afferma il direttore Generale di Banca del Fucino, Francesco Maiolini – La prima, più contingente, è la necessità di sostenere un settore essenziale per la cultura a Roma e in Italia in una fase di grande difficoltà per la pandemia e le chiusure connesse. La seconda è di carattere più generale. Oggi le imprese sono chiamate a rispondere degli impatti ambientali sociali e di corporate governance della loro azione (ESG). Noi riteniamo che i criteri di compatibilità ambientale e sociale debbano essere intesi in un senso ampio, che ricomprende anche la cultura: perchè la cultura è una parte essenziale del nostro ambiente e del nostro tessuto sociale. Questo è vero in generale, ma è vero soprattutto in Italia e sarà decisivo nei prossimi anni: la nuova normalità post-pandemica vedrà infatti un contributo essenziale del mondo della cultura alla ripresa”.
Michele Gentile, che dell’ISP è presidente, e che con la propria impresa di produzione gestisce da poco anche anche il teatro Parioli, afferma che l’aspetto più apprezzabile di tale accordo con Banca del Fucino è “la competenza e soprattutto la tempestività con cui le pratiche presentate alla banca da parte dell’azienda sono state esaminate e poi approvate, sia per quanto riguarda i finanziamenti alla nostra impresa che ora dovrà occuparsi della ripartenza del Parioli, sia per quanto riguarda quelli accordati ai colleghi di altre imprese di produzione che ho sentito e che sono molto soddisfatti”. Il problema solitamente con l’accesso al credito aggiunge Gentile, sono le tempistiche: “Capitava in passato di avere anche risposte positive ma solo 7-8 mesi dalla richiesta di prestito. Con Banca del Fucino è stato diverso. Credo che questa convenzione possa fare da volano per la produzione teatrale italiana, con l’avvicinarsi delle riaperture e l’incremento delle richieste di credito che ci sarà”. Michele Gentile conferma che il mondo del teatro è stato duramente colpito dalla crisi pandemica. “Noi siamo fermi dal 24 febbraio 2020, la data dell’ultimo spettacolo realizzato, visto che le riaperture con posti limitati e scaglionati come quelle concesse la scorsa estate non sono economicamente convenienti, e per riaprire veramente speriamo nella ripresa totale in autunno”, afferma. “E i ristori non sono stati minimamente sufficienti”, conclude “si sono aggiunti al contributo dello Stato che però normalmente copre il 10-20% del bilancio. Il resto proviene tutto dagli incassi. Che sono mancati completamente. Per questo per coprire i costi che continuiamo ad avere il sostegno di Banca del Fucino è stato fondamentale e indispensabile. E credo proprio continuerà ad esserlo a maggior ragione anche in futuro, con la ripartenza”.
(ITALPRESS).

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