PALERMO (ITALPRESS) – Una mappa delle imprese per dare una localizzazione e valorizzazione precisa del patrimonio culturale e creativo della Sicilia, con importanti ripercussioni in tema sia di visibilità che di indotto: questo l’obiettivo che si pone ‘l’Atlante delle imprese culturali e creative in Italia 2023’, la cui prima edizione è stata presentata oggi pomeriggio al Palazzo Reale di Palermo. All’incontro, organizzato dalla Fondazione Federico II in sinergia con Treccani, hanno preso parte il vicepresidente Ars Nuccio Di Paola, l’assessore alla Cultura al Comune di Palermo Giampiero Cannella, il direttore generale della Fondazione Patrizia Monterosso, il direttore scientifico dell’Atlante Roberto Grossi e il direttore dell’istituto Tagliacarne-Unioncamere Alessandro Rinaldi.
I dati che emergono nell’opera premiano la Sicilia, che tra le regioni italiane vanta il maggior numero di start-up e progetti culturali: le imprese del settore, uno dei più redditizi in Italia, occupano circa 830 mila persone in tutto il paese. Tre le sezioni dell’Atlante: la prima si concentra sull’inquadramento generale del contesto e delle dinamiche produttive del settore, la seconda sui dati analizzati a livello nazionale, regionale e provinciale e la terza sulla selezione di alcune imprese ritenute esempio di eccellenza nel settore.
Soddisfazione da parte di Di Paola, il quale sottolinea l’auspicio che “in un anno o due possano essere valorizzate le imprese di tutto il territorio, così da dare stabilità ai nostri giovani: raccontare queste storie e toccarle con mano può permettere ai siciliani di investire sul proprio ingegno e far fiorire ulteriormente questa terra”. Cannella pone l’accento sulla presenza massiccia di beni culturali nella regione: “Contiamo un quarto del patrimonio di tutto il paese: il patrimonio culturale siciliano ha una valenza non solo identitaria, ma anche come attrattore in termini consumistici”. La maggiore peculiarità dell’Atlante, aggiunge l’assessore, è la possibilità di avere “una mappatura precisa degli operatori culturali che lavorano per valorizzare i beni culturali e promuoverli nel miglior modo possibile”.
Per Monterosso il coraggio di creare attraverso la cultura “costituisce un modello di sviluppo: ce lo chiede l’Europa e ce lo raccomanda l’Unesco. Finalmente poniamo fine all’ambiguità di ciò che è impresa culturale e creativa rispetto a ciò che non lo è: le imprese che hanno il coraggio di progettare partendo dalla valorizzazione del patrimonio storico e culturale sono fuori rotta, l’Atlante ha la forza di porre l’accento sulle eccellenze da un punto di vista microeconomico e macroeconomico”.
Grossi spiega come l’opera si ponga l’obiettivo di andare oltre una mappatura prettamente turistica: “Come gli Atlanti del rinascimento, anche questo nasce con l’obiettivo di far conoscere realtà importanti ma spesso nascoste: la Sicilia ha una straordinaria densità in termini di arte e cultura, ma questo non basta più per fare sviluppo. L’Atlante ci aiuta a comprendere realtà spesso sconosciute, che in vari settori della rete sociale e produttiva stanno organizzando processi innovativi che attraverso la creatività valorizzano il territorio”. Le imprese coinvolte in Sicilia sono 11mila e, come evidenzia Rinaldi, “la concentrazione maggiore è su settori come editoria, arti visive e patrimonio, mentre quelli che valorizzano la dimensione creativa come design e comunicazione sono un pò meno presenti”.
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