Assoconsumatori – Asso-Consum e l’acqua che non c’è

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L’ultima turnazione imposta dal prosciugamento delle forniture dell’acqua provenienti dalla diga dell’Ancipa , a seguito dell’opinabile, per non dire scellerata, scelta politica di dare acqua anche a Caltanissetta, senza avere posto in campo soluzioni alternative, sta creando grande trambusto in tutta la provincia e l’organizzazione di comitati, che, forse non conoscono bene la problematica, tutti contro il gestore, Acquaenna.

L’associazione Assoconsum, associazione di utenti, ha seguito da ormai oltre un decennio la problematica della gestione del servizio idrico che sin dall’inizio è stato poco chiaro. Riteniamo necessario, quindi, fare il punto della situazione. La gara per l’affidamento del servizio idrico era una gara a ribasso, da assegnare a chi faceva l’offerta più vantaggiosa. Bene, furono quattro i raggruppamenti d’impresa e/o imprese che si presentarono, di queste due furono già in fase preliminare escluse per problemi burocratici e ne rimasero solo due: RTI Di Vincenzo e AGAC , la commissione di gara dopo aver visionate le offerte e dopo aver espletato la gara stessa effettuò l’affidamento provvisorio al RTI Di Vincenzo che aveva fatto l’offerta meno onerosa per le collettività da servire.

A quel punto la politica che deteneva il 51 % dell’ATO idrico pensò, di sospendere l’affidamento e di nominare , previo pareri legali, un RUP. Orbene il RUP, acronimo che significa responsabile unico del procedimento, si nomina ad inizio stesso del procedimento e non quando il procedimento è stato concluso. Eppure ad Enna la politica, siamo nel 2004, decide di nominare il RUP a cose fatte c’è da chiedersi l’esito della gara non era di gradimento? Ancora più stranamente viene nominato un dottore commercialista che era sindaco revisore di due delle società facenti parte dell’AGAC, oggi Acquaenna che poi si vide affidato il servizio. Possibile? Si! Acquaenna avendo avuto assegnato la gestione del servizio iniziò con la sua filosofia incassare soldi a discapito delle norme, infatti, in qualche Comune emise fatture sin dal 1° gennaio del 2005 quando non aveva assunto servizio che avveniva con la consegna degli impianti nei mesi successivi.

L’EAS (Ente Acquedotti Siciliani) che gestiva quattro Comuni si fece pagare le spese per la gestione dei mesi intercorrenti tra il 1° gennaio e la data di presa in consegna degli impianti avvenuta tra il mese di settembre e novembre. Altri non hanno fatto nulla. Nella pubblica amministrazione lo Stato, la Regione, i Comuni o qualsiasi altro ente paga un servizio dalla data di effettivo inizio del servizio.

Nel 2012 con una determinazione del commissario liquidatore dell’ATO idrico si determinò il pagamento dei mancati guadagni della società Acquaenna per le difformità tra i consumi previsti ed i consumi di acqua effettivi per un importo di 22. 677.050,36 euro spalmati sui cittadini per dieci anni. Ma la gara chi l’aveva fatta i cittadini o l’ATO idrico?

Da quel momento, considerato che il servizio idrico è un servizio a corrispettivo, tanto consumo e tanto pago, cosa che ad Enna non avveniva perché si faceva pagare qualcosa che non era dovuto, inizia una battaglia di carattere sociale in favore degli ignari cittadini che pagavano senza sapere cosa pagavano, impauriti fra l’altro dall’eventuale distacco del servizio. Alcuni pochi hanno fatto ricorso ai giudici di pace ed hanno ottenuto vittoria. Contestualmente il gestore sempre nell’aprile del 2014 inserì in bolletta un’altra voce di spesa per i cittadini-utenti deposito cauzionale per un importo di 25 euro a livello provinciale euro più euro meno due milioni senza rispettare la determinazione dell’ARERA organo di disciplina e controllo della gestione dei servizi che prevedeva i conguagli con quanto pagato ai precedenti gestori.

Come si può ben vedere questi pochi esempi danno il senso del rispetto delle norme che ha Acquaenna con la evidente responsabilità di chi deve controllare l’ATO/ATI (i sindaci). Prima dell’avvento di Acquaenna circa il 60% dell’acqua si attingeva dai pozzi fatti scavare dal Comune : ma questo 60% è scomparso? Perché Acquaenna non ha potenziato con trivellazioni quel 60% ?

Nella convenzione all’art.7 c.1 c’è scritto che il servizio si espleta attraverso: captazione – adduzione – distribuzione di acqua a uso civile, fognatura – depurazione acque reflue. Questa captazione, stante la situazione attuale non è stata fatta pertanto Acquaenna non ha rispettato la convenzione stessa ed allora ha fallito nella gestione e la convenzione deve essere rescissa per inadempimento contrattuale.

Ed ancora vorrei ricordare che nella carta dei servizi di Acquaenna articolo 3.4 Continuità del servizio al comma 1 Continuità e servizio di emergenza c’è scritto all’ultimo capoverso: Qualora ……… si dovessero verificare carenze o sospensioni del servizio idropotabile per un tempo limite superiore alle 48 ore, il gestore è tenuto ad attivare il servizio sostitutivo di emergenza mediante autobotte…….. . Lo prevede proprio la carta dei servizi di Acquaenna!

Pippo Bruno


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