La provincia di Enna, la più alta provincia d’Italia ad un passo dalla vetta per quanto riguarda la classifica del costo del prezioso liquido, solo 3,30 euro ci separano dal primato nazionale detenuto da Frosinone con 666,08 euro per 150 metri cubi. Abbiamo sbaragliato città come l’opulenta Milano ferma ad 1,4 euro al metro cubo e Cosenza in fondo alla classifica nazionale con un misero 0,90 euro al mc.
Onde evitare che qualche furbetto ennese possa dire: ”vedete, rispetto a qualche anno fa si paga meno”, bisogna tener presente che qualche anno addietro il conteggio era fatto su 192 mc con un costo di 748 euro l’anno, vale a dire al mc 3,89 euro, mentre a distanza di due anni siamo passati a 4,42 euro con un aumento di 0,53 sempre al mc.
Per il momento ci dobbiamo accontentare del primato regionale dove siamo primi in assoluto con un distacco dalla seconda classificata Caltanissetta ferma a 479 euro, al terzo posto Agrigento con 422 euro ed in fondo alla classifica Trapani con 270 euro, sempre per 150 mc.
Tale situazione a cosa è dovuta e di chi è la colpa? La colpa senza dubbio è dovuta alla politica provinciale, ricordiamo che la provincia deteneva il 50% dell’azionariato dell’ATO idrico n.5 che a gara affidata provvisoriamente alla società che aveva effettuato il maggior ribasso a basa d’asta, nominò, ripeto a gara completata, un RUP che si trovava in conflitto di interesse essendo sindaco revisore di due delle società componenti il RTI AGAC, oggi Acquaenna. Forse quell’affidamento provvisorio non rispondeva alle aspettative di certa politica di allora? Naturalmente vi è anche la responsabilità del cittadino incurante dei problemi amministrativi della cosa pubblica che spesso non reclamare i propri diritti.
Per quanto riguarda i motivi di un così alto costo bisogna elencare il costo al rialzo dell’affidamento, i mancati guadagni della società per un piano d’ambito, riteniamo sovradimensionato elaborato dalla SOGESID, che poi vengono scaricati sui cittadini con la dicitura “partite pregresse” su cui in un caso similare la Cassazione con ordinanza n. 17959/2021 ha condannato la società che gestisce il servizio a La Spezia ed in ossequio alla quale il tribunale di Enna ha emesso sempre sentenza a favore dei cittadini ricorrenti.
A completare il quadro della vicenda i costi delle varie chiamate, basti pensare che per una utenza con consumo di 0 mc si va a pagare quasi 200 euro l’anno; a cui vanno aggiunti gli oneri per fognatura e depurazione anche se non totalmente efficiente.
In tutta questa situazione non va disconosciuto l’atteggiamento dei sindaci che non hanno mai chiesto alla luce dell’ordinanza della Cassazione un parere pro veritate che potesse dirimere una diatriba che costringe i cittadini, intanto, a pagare qualcosa che non può essere addebitato a loro responsabilità. Comunque dovendosi scaricare sui cittadini i costi dei lavori che per un piano sovradimensionato qual è quello della provincia di Enna c’è da prefigurare che supereremo i 10 euro a mc ed allora, sicuramente, potremo festeggiare, saremo in vetta alla classifica nazionale. La provincia con il reddito pro capite più basso con i costi per spazzatura ed acqua più salati.
Pippo Bruno
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