Confermata in appello la condanna per due estortori appartenenti alla malavita organizzata catanese, in particolare alla famiglia dei “Carcagnusi”, ai danni di due allevatori di Cerami.
I fatti risalgono all’estate del 2017, allorché Carmelo Pantalena, spalleggiato da vari individui e, in particolare, da Sebastiano Sudano, richiese a due allevatori di Cerami, i fratelli G.F. e F.G., il pagamento di un debito contratto con una terza persona, che in realtà era stato estinto da tempo. Nonostante i due non avessero alcuna titolarità del rapporto di credito, insistevano per ricevere una ingente somma di denaro o, in alternativa, una cessione di bestiame a tacitazione del credito. Le pressanti richieste furono accompagnate da velati avvertimenti circa la conoscenza da parte dei due estortori dei movimenti delle vittime e dei loro familiari e anche da aperte minacce di incendio della loro azienda. Inoltre uno dei due si presentò come uno che “non aveva bisogno di chiedere il permesso a chi comandava nella zona per potersi presentare a Cerami”, con chiaro riferimento alla propria caratura criminale negli ambienti malavitosi, gettando un’ombra sinistra sullo stato delle infiltrazioni mafiose nel piccolo centro nebroideo. In un’altra occasione, lo stesso estortore si presentò accompagnato da Salvatore Seminara, capo storico della mafia ennese, incontrando una delle due vittime poco fuori dal centro abitato.
I due allevatori, però, non si fecero intimidire e sporsero denuncia ai Carabinieri, collaborando attivamente alle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia che consentirono di raccogliere prove schiaccianti del reato, anche con intercettazioni telefoniche e ambientali, mentre in un’altra occasione la presenza dei malavitosi, in quanto soggetti sospetti estranei all’ambiente locale, non sfuggiva all’attenzione di un militare della stazione di Cerami, libero dal servizio, che chiedeva l’intervento dei colleghi del Nucleo operativo radiomobile che provvedevano a fermarli e identificarli, fornendo ulteriori riscontri alla testimonianza delle vittime.
G.F., assistito dall’avvocato Agostino Mongioj, ed F.G., assistito dall’avvocato Giacomo D. Calandra, si sono costituiti parte civile nel susseguente giudizio per estorsione aggravata dal metodo mafioso, che si è definito davanti al GIP di Caltanissetta, David Salvucci, con la condanna del Pantalena a quattro anni di reclusione e 4.000 euro di multa e del Sudano a 3 anni e otto mesi di reclusione e 2.000 euro di multa. Adesso, a distanza di meno di un anno, la Corte di appello di Caltanissetta ha confermato integralmente la sentenza, senza sconti per gli imputati.
Soddisfazione per l’esito del giudizio è stato espresso dagli avvocati Mongioj e Calandra, anche in quanto cittadini di Cerami, per l’immediata repressione da parte della Magistratura e delle Forze dell’Ordine di un allarmante episodio di criminalità organizzata, grazie anche alla determinante collaborazione delle vittime, che hanno dimostrato una ferma volontà di non piegarsi all’intimidazione mafiosa.
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