Su proposta dei consiglieri comunali Luigi Manno, Benedetta Casullo e Maria Gagliano il consiglio comunale di Agira ha recentemente deliberato all’ unanimità di richiedere alle autorità competenti, per tramite l’amministrazione comunale che dovrà promuovere l’iter, il riconoscimento di Agira, “Città martire della guerra”, in occasione della seconda guerra mondiale. Nel condividere l’ iniziativa, soddisfazione è stata espressa dal sindaco Maria Greco che promuoverà i passaggi burocratici successivi. Agira durante la seconda guerra mondiale ha subito l’inesorabile azione aerea nemica che si abbattè sempre più violenta e indiscriminata su edifici, impianti pubblici, ed attività commerciali. Dopo lo sbarco in Sicilia da parte delle truppe angloamericane, l’azione devastante fu ancor più incisiva, e raggiunse il culmine nella così detta: “Battaglia di Agira”, che venne combattuta tra il 23 ed il 28 luglio del 1943.
Agira fu un avamposto di importanza strategica sulla “SS 121” che difendeva la: “linea dell’Etna”, occupata dalle forze dell’Asse al fine di arrestare l’avanzata delle truppe anglo-americane verso la fascia tirrenica (SS 113), e lo Stretto di Messina, si trovò al centro di violenti combattimenti, subendo atroci rappresaglie e rastrellamenti da parte dei soldati tedeschi e devastanti bombardamenti alleati che provocarono moltissime vittime civili e la quasi totale distruzione dell’abitato.
In esito, l’azione devastante delle forze contrapposte ed i bombardamenti aerei e terrestri condotti con mortai e colpi di cannone con granate a frammentazione sul centro abitato. A causa delle azioni belliche, si contarono oltre 51 morti certi, circa 2.000 tra mutilati e feriti, in gran parte vecchi, donne e bambini. Il 28 luglio, dopo cinque giorni di aspri combattimenti, Agira fu conquistata dai militari della 1a Divisione canadese ad un prezzo altissimo, infatti: la 1ª Brigata e parte della 2a lasciarono sul campo di battaglia 438 uomini, 300 furono i morti della 231ª Brigata Malta, a fronte di 328 morti e 690 prigionieri tra le forze tedesche della 15a Panzergrenadier – Division e 200 morti Italiani, molti del II° Battaglione del 34° Reggimento fanteria Livorno della 4ª Divisione fanteria Livorno.
I militari italiani fatti prigionieri furono: 1 capitano, 5 tenenti, 14 sottotenenti e circa 800 soldati. La popolazione, pur offesa e martoriata dai bombardamenti, costretta a patire la fame ed a trovare rifugio, tra stenti e sofferenze, nella campagna vicina, nelle cantine e nelle chiese, si rendeva protagonista di eroici slanci di umana solidarietà verso quanti avevano bisogno di aiuto. “La popolazione di Agira, in quei tragici momenti, – ha dichiarato il consigliere Luigi Manno – si rese protagonista e seppe reagire con orgogliosa fierezza, prestando assistenza ai feriti ed aiutando a seppellire i morti, senza fare distinzione di bandiera e meritandosi, sul campo, il riconoscimento ed il plauso delle forze di occupazione canadesi, che vollero onorare l’umanità dei cittadini con un concerto di cornamuse della banda reggimentale dei Seaforth Highlanders, celebrato il 30 luglio 1943 nella Piazza principale di Agira e successivamente, scegliendo il territorio di Agira per impiantare il Cimitero di guerra canadese”.
Finita la guerra, i cittadini di Agira si prodigavano, con il ritorno alla pace e la gestione dei territori occupati da parte del Maggiore Radice, del Governo militare alleato dei territori occupati (in inglese: Allied Military Government of Occupied Territories, sigla AMGOT), nella difficile opera di ricostruzione morale e materiale del paese e di collaborazione con le forze anglo-americane. Il Consiglio comunale di Agira all’ unanimità ha invitato l’ Amministrazione Comunale ad avviare presso le competenti Autorità militari, le procedure per ottenere il giusto riconoscimento per Agira, Città martire della guerra, ed in particolare di proporre il Conferimento al labaro della Città di Agira del riconoscimento della decorazione al Valor Militare che l’apposita Commissione Militare, vorrà concedere. Il conferimento avviene per Decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro della Difesa.
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