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PARMA (ITALPRESS) – L’Italia dell’agroalimentare riparte dal Cibus, salone del Made in Italy ospitato alla Fiera di Parma che è alla sua XX edizione. Cibus è la prima fra le fiere internazionali a ritrovare la presenza fisica dopo lo stop dovuto alla pandemia da Covid-19. Sono 2000 le aziende espositrici. Per il rilancio dell’agroalimentare si punta su DOP e IGP. A fare il punto il convegno dal titolo: “Il made in Italy agroalimentare e le indicazioni Geografiche. Le strategie per spingere la crescita”, alla presenza del ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli. I dati resi noti durante l’evento, presentati da Fondazione Qualivita, dicono che sono 876 le Indicazioni Geografiche italiane (Ig), dal 2010 si contano 181 prodotti in più. L’Italia vanta il primato europeo, il valore delle Ig, dal 2003 al 2020 è salito da 5 a 17 miliardi di euro. Le Ig rappresentano poi il 25% di tutto l’export alimentare.
Fra gli invitati alle diverse tavole rotonde che hanno animato il convegno, anche un’azienda romagnola dal respiro internazionale: CLAI, cooperativa di lavoratori agricoli che, dal ’62, produce carni fresche e salumi 100% italiani e che è attiva anche nel settore caseario. Il gruppo CLAI produce un’ampia gamma di salumi e prosciutti d’eccellenza, ottenuti esclusivamente dalla selezione di carni 100% italiane. Da tre generazioni i circa 150 soci allevatori gestiscono i propri allevamenti e conferiscono il bestiame alla cooperativa.
Pietro D’Angeli, direttore generale CLAI, ha illustrato durante il convegno a Cibus la personale visione del futuro con le sfide che il settore agroalimentare si trova davanti. Secondo D’Angeli ciò che è successo nell’ultimo anno ha esposto il settore a una continua evoluzione di atteggiamenti verso la produzione e il consumo di cibo, è quindi necessaria una cooperazione sempre più stretta tra soggetti del sistema, tra produttori e consumatori, che vada oltre la semplice dimensione dello scambio economico e faccia riferimento a obiettivi condivisi di sostenibilità sociale e ambientale.
“La nostra – ha detto D’Angeli alla platea di Cibus – è una cooperativa, i nostri soci sono gli allevatori e i lavoratori, tutti partecipano al progetto, alla costruzione e allo sviluppo della cooperativa. Dall’inizio, da chi è venuto prima di me, abbiamo sempre creduto nel Made in Italy, 100% filiera italiana. La vera sostenibilità sono le persone e il futuro sono i giovani, e quello che facciamo in cooperativa, con percorsi per tutti, il nostro compito è lasciarlo ad altri sviluppato, migliorato. Ci crediamo fortemente, è lo sviluppo, è l’impresa che guarda avanti ed è il valore sociale dell’impresa. Portare i giovani in azienda, non è un semplice passaggio delle conoscenze, che è indispensabile, noi abbiamo un patrimonio nelle imprese italiane che dobbiamo passare ad altre generazioni. I giovani sono affamati di sapere e conoscenza, la cultura aziendale deve essere stimolare le persone esperte e accogliere i giovani. Il risultato è superiore alla somma perchè porta nuovi progetti”.
“Un altro elemento per lo sviluppo del nostro Made in Italy – ha continuato Pietro D’Angeli dal palco del convegno dedicato alle Ig – è il rapporto con le Università, il fare sistema. Apriamo le imprese alle Università – ha detto – agli istituti tecnici, dedichiamo tempo alle persone nei loro percorsi formativi. Per l’azienda non è tempo perso, si viene a contatto con delle intelligenze che entreranno poi in azienda e si creano progetti di sviluppo. Dobbiamo avere fiducia nel futuro e investire nel futuro”.
Sostenibilità sociale, ma CLAI non dimentica quella ambientale: “La scelta di definire la propria identità ambientale non è più un’opzione – è certo D’Angeli – Ogni azienda deve investire concretamente parte delle sue energie per contribuire a migliorare il Pianeta”. CLAI può contare su un impianto di biogas, a fianco allo stabilimento di Sasso Morelli a (Imola, Bo), che accoglie sottoprodotti delle lavorazioni, liquami e scarti di macellazione. Seguendo una logica di economia circolare, il materiale viene mischiato al mais per generare gas che viene usato per produrre energia. Il calore generato dall’impianto poi viene sfruttato all’interno del salumificio CLAI. Da pochi mesi è poi è stato attivato un nuovo impianto di cogenerazione nella struttura di Faenza (Ra). Con il nuovo impianto si risparmiano ogni anno 18.000 kg di Co2 che non sono immessi in ambiente.
(ITALPRESS).
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