Nel carcere di Enna si è verificato un grave episodio di aggressione ai danni di un agente di Polizia Penitenziaria, che ha sollevato nuovamente la questione della sicurezza del personale di custodia all’interno delle istituzioni penitenziarie e l’assenza di soluzioni concrete da parte dell’amministrazione penitenziaria per prevenire e dissuadere atti di violenza verbale e fisica nei confronti degli agenti, sta generando preoccupazioni.
L’aggressione inaudita, perpetrata da un detenuto di origine tunisina appena ventenne, avvenuta il 30 agosto 2023, è solo l’ultimo di una serie di episodi critici che mettono a repentaglio la sicurezza all’interno della struttura carceraria. Questo individuo, arrestato dodici giorni prima per rapina e violenza su pubblico ufficiale, ha manifestato comportamenti ostili nei confronti delle autorità giudiziarie e dell’assistente giudiziario anche durante la convalida delle misure cautelari.
La gravità dell’episodio si manifesta nell’attacco subito dall’agente capo, che è stato colpito con un pugno violento non appena il detenuto ha ottenuto l’accesso al cortile. Fortunatamente, grazie all’intervento di un altro detenuto, l’aggressione è stata fermata e l’agente è stato prontamente soccorso. Tuttavia, questo episodio mette in luce la necessità di adottare misure decisive per garantire la sicurezza e l’incolumità degli agenti di Polizia Penitenziaria.
Il consigliere nazionale e segretario provinciale USPP, Filippo Bellavia, ha commentato che il sistema penitenziario sta affrontando una deriva preoccupante. L’aumento degli eventi critici negli ultimi mesi ha creato un clima di malessere all’interno del corpo di Polizia Penitenziaria. Nonostante l’alto senso di responsabilità e professionalità dimostrato dagli agenti, la mancanza di risorse e la carenza di personale stanno mettendo a repentaglio la sicurezza nelle carceri di Enna e Piazza Armerina.
È urgente che l’amministrazione penitenziaria regionale e centrale intervenga concretamente per risolvere questa situazione critica. La collaborazione tra il provveditore e l’assessore alla Salute potrebbe portare a soluzioni efficaci per evitare ulteriori violenze nei confronti del personale penitenziario e sanitario. Inoltre, è necessario dotare gli agenti di strumenti di difesa adeguati, come il taser, al fine di prevenire aggressioni simili in futuro.
La carenza di personale è un problema noto nel sistema penitenziario in Sicilia, ma la situazione nella Casa circondariale “Luigi Bodenza” di Enna sembra particolarmente critica. È essenziale un intervento immediato per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori e per garantire un controllo adeguato delle attività dei detenuti.
In caso di mancato intervento e persistenza delle difficoltà attuali, l’organizzazione sindacale promette di intraprendere azioni di protesta per tutelare la sicurezza psico-fisica dei propri associati. Il messaggio è chiaro: è necessario agire rapidamente per evitare che situazioni di questo genere si ripetano e per garantire un ambiente di lavoro sicuro per il personale penitenziario che affronta con coraggio le sfide quotidiane.
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