Nella mattinata del 25 novembre, presso i saloni di rappresentanza della Prefettura di Enna, ha avuto luogo la sottoscrizione della convenzione-contratto per l’affidamento, in via non esclusiva, a favore dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Enna di un bene confiscato alla criminalità organizzata, già acquisito al patrimonio indisponibile del Comune di Barrafranca.
Al fine di assicurare il riuso dell’immobile per fini sociali e nell’ottica di una sperimentata sinergia interistituzionale con il Comune di Barrafranca e l’Azienda Sanitaria Provinciale, la Prefettura di Enna ha promosso l’idea di realizzare nel bene in questione una “Casa di Comunità”, nuova struttura socio-sanitaria, prevista nell’ambito del PNRR, che garantisce, a livello locale, una serie di servizi sanitari per il cittadino.
La riqualificazione del bene confiscato, appartenente in passato ad un esponente di spicco di una consorteria mafiosa del territorio provinciale, vuole rappresentare un forte segnale di nuova legalità e della presenza dello Stato a Barrafranca.
L’avvio della “Casa della Comunità” consentirà di portare a compimento un percorso già avviato nel corso della situazione emergenziale del Covid-19, con la concessione in uso all’Asp per l’attivazione di un hub vaccinale, nella condivisa ottica di un potenziamento dei servizi socio-sanitari offerti sul territorio.
Nel corso dell’evento, al quale hanno preso parte il direttore dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), prefetto Bruno Corda, l’assessore alla Sanità della Regione Siciliana, Giovanna Volo, il direttore generale dell’ASP 4 di Enna, Francesco Iudica, il commissario straordinario del Comune di Barrafranca, prefetto Leonardo La Vigna, nonché le deputazioni provinciali e nazionali, è stato affrontato la questione della valorizzazione dei beni confiscati e si è discusso sul tema della legalità e della sanità di prossimità.
In particolare, il direttore dell’ANBSC, prefetto Bruno Corda, nel rappresentare la complessità del procedimento di riqualificazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata, ha sottolineato l’importanza di coinvolgere al massimo tutte le amministrazioni comunali, affinchè partecipino attivamente al processo di restituzione del bene alla collettività.
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