Un momento solenne per ricordare una importante tappa di un viaggio che continuerà ancora nel futuro. E’ quello tenutosi lo scorso 20 aprile a Sarajevo all’interno dell’ambasciata italiana di Bosnia Erzegovina e dove sono stati ricordati i “primi” 30 anni di attività dell’Associazione regionale di Volontariato Ong Luciano Lama in questa martoriata parte della ex Jugoslavia, verso le popolazioni in particolare bambini e donne. Due semplici gesti quelli della cerimonia ma molto carichi di significati emotivi come la piantumazione di un alberello d’ulivo simbolo di pace, solidarietà e cooperazione e l’affissione di una targa che ricorda i 30 anni che sanciscono ancora di più come ormai forte sia il legame tra l’organizzazione di volontariato sia con le istituzioni locali ma anche con quelle italiane di rappresentanza diplomatica.
Alla cerimonia sono stati presenti l’ambasciatore italiano in Bosnia Marco Di Ruzza che ha fortemente voluto questo evento commemorativo, rappresentanti delle istituzioni locali mentre per l’associazione Luciano Lama, il presidente Michele Sabatino, il presidente onorario Pino Castellano “ideatore” di questa bella storia che va avanti da 30 anni, l’Arcivescovo di Monreale Monsignor Michele Pennisi che è stato sempre molto vicino alle attività della Luciano Lama si da quando era Vescovo della Diocesi di Piazza Armerina, la coordinatrice dell’attività di accoglienza dei bambini Eleonora Cappa.
“Non poteva non essere questo il luogo dove ricordare i primi 30 anni di attività della Luciano Lama – ha detto nel suo intervento alla cerimonia Michele Sabatino – in questi 30 anni la nostra organizzazione è stata una protagonista assoluta nelle politiche solidarietà verso queste popolazioni. Oggi l’associazione Luciano Lama grazie a questa importante esperienza in Bosnia è stata riconosciuta associazione non governativa e lavoriamo in tutto il mondo ma anche nella stessa nostra Italia perché cediamo che il valore della solidarietà non ha confini. L’associazione sta subendo una fase di trasformazione. La sfida che abbiamo davanti è molto importante in particolare per il complesso momento storico che stiamo vivendo in tutto il mondo. La guerra in Ucraina non che è solo una delle criticità che l’interno mondo sta vivendo. Nazionalismo e xenofobia sono fenomeni che devono essere contrastati con la solidarietà. Il nostro impegno sta cambiando e vuole essere all’altezza delle sfide dell’oggi”.
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