Ormai le polemiche a Nicosia sull’hub logistico addestrativo dell’Esercito italiano sono all’ordine del giorno, tra esperti di armamenti e tattiche di guerra, non poteva mancare la polemica legata alla convocazione e alla successiva revoca del consiglio comunale aperto, che doveva tenersi nella serata del 25 maggio presso il cine-teatro Cannata di Nicosia.
La mattina del 25 maggio è avvenuta la revoca della delibera di giunta del 27 aprile, con la quale si autorizzava l il sindaco di Nicosia a firmare la stipula di un protocollo d’intesa con il Ministero della Difesa. Il consiglio comunale aperto si basava proprio su questa delibera e sulle conseguenze che questo atto determinava.
Revocando la delibera venivano meno i presupposti per lo svolgimento del consiglio comunale e giustamente la presidente Maria Letizia D’Amico, con una propria determina presidenziale, lo ha revocato.
C’è però chi afferma che la revoca sia opera della pressione del sindaco e dell’amministrazione comunale. Senza che realmente conosca i regolamenti di funzionamento del civico consesso.
“Qualcuno mette in giro la voce che abbiamo chiesto la revoca del consiglio comunale del 25 maggio – affermano gli esponenti dell’amministrazione comunale – Ma dobbiamo ricordare e ribadire che non abbiamo alcun potere nel chiedere la revoca di un consiglio comunale. La giunta ed il consiglio sono due organi distinti e separati con poteri regolamentati, la revoca è avvenuta per decisione della presidente D’Amico”.
Aggiungiamo che la presidente Maria Letizia D’Amico fa parte di un gruppo consiliare in opposizione all’attuale amministrazione comunale e di conseguenza è abbastanza logico pensare che la sua decisione, come è giusto, sia stata del tutto autonoma. Affermare il contrario significherebbe offendere l’autonomia decisionale della seconda carica del Comune di Nicosia.
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