Si è celebrato anche quest’anno nello splendido scenario del quartiere di Santa Maria Maggiore il ricordo del miracolo avvenuto il 20 novembre 1626 ad opera del Padre della Misericordia, in una Nicosia colpita dalla peste.
Questo evento importante e sentito da tutta la popolazione si rifà ai fatti avvenuti in quella lontana epoca. In uno scenario apocalittico di distruzione, una ragazza del monastero dell’Immacolata in Santa Cristina vide in una visione che per scongiurare il flagello bisognava portare in processione per le vie della città il Padre della Misericordia. All’avvicinarsi del crocifisso al lazzaretto, allestito nel piano di Sant’Elia, sorgevano guariti gli infermi, anche i più gravi e la processione iniziata con fiumi di lacrime si chiudeva con canti di gioia, Nicosia fu salva.
Nella serata del 18 novembre, dopo la celebrazione della messa, i confratelli della Congregazione della Divina Misericordia vestiti di rosso tenendosi per mano entrano in basilica e si dispongono davanti all’altare centrale dove si trova il crocifisso. Suggestiva l’uscita del fercolo dalla Basilica portato in spalla alternativamente dai confratelli. Il Padre della Misericordia è accolto all’uscita della Basilica di Santa Maria Maggiore da un alto numero di fedeli e dai fuochi d’artificio, la processione è seguita da un imponente corteo con la banda musicale e tutte le autorità civili e militari della città.
I confratelli della Divina Misericordia lungo tutto il tragitto che attraversa il quartiere di Santa Maria Maggiore ed il centro stoico di Nicosia, trasportano sulle spalle il pesante crocifisso, una testimonianza di fede e di devozione.
Emozionante e faticosa la salita che porta al quartiere di Santa Maria Maggiore. La processione si conclude con i fuochi d’artificio e l’ingresso nella Basilica tra due ali di fedeli che per tutto il percorso hanno accompagnato il Padre della Misericordia.
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