Enna, festa della patrona: storia della statua

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<<A Venezia fu fatta sta Regina, di la città di Enna è Protettura[…] Un sacerdoti ca eppi la fortuna di fari la vera immagini di Maria lu mirchiri e lu sabbutu diunava mentri la santa statua faciva e, mentri ca la faciva e la cuntimplava Enna sutta li pidi ci sculpiva: du Angili ci stanu a lu latu priannu a chiddru Diu ca l’ha criatu>>.EN MariaVisitazione6

EN MariaVisitazione2La stupefacente storia della santa patrona del popolo ennese è raccontata così da Giuseppe Patelmo. A tanti sembrerà strano che si parli di Venezia, in realtà la fantastica statua fu realizzata presso la Serenissima dal Maestro Alvise Gennazin e acquistata da una delegazione di ennesi nell’anno 1412.

Più di seicento anni fa, dunque! Il sei gennaio di quell’anno alcuni ennesi partirono per recarsi a Campo dei Frari, a Venezia, dove era fiorente l’arte scultorea. La statua fu scelta e acquistata ma giunse in città il 29 giugno dello stesso anno, dopo un viaggio che vale la pena raccontare.

È da precisare che la grandissima processione della patrona di Enna si differenzia da molte altre feste patronali dell’isola (durante le quali il santo/a patrono/a esce dalla chiesa matrice e lì fa rientro lo stesso giorno o al massimo al mattino successivo); la festa di Maria santissima della visitazione non segue questo canone, anzi lo stravolge: la grande processione rappresenta parte del primo capitolo del vangelo di Luca dal versetto 39 in poi, ovvero la visita di Maria ad Elisabetta, dunque il simulacro della Patrona esce dal duomo la sera del 2 luglio e lì farà ritorno solo dopo 2 domeniche.

Ma perché la veneratissima statua della Patrona di Enna porta in braccio il Bambino Gesù? In realtà, durante l’episodio evangelico, il Cristo era soltanto concepito e non ancora nato quindi perché si scelse questo simulacro?

EN MariaVisitazione4Verosimilmente l’oro per l’acquisto della statua fu depositato prima che la si scegliesse e quindi fu una scelta ” forzata “; è anche vero, però, che Don Luigi dei Catalani (ebanista ennese dell’epoca) rimase fortemente colpito dallo sguardo di quella Statua, che sembra seguire  i suoi devoti e secondo i criteri tardo medioevali la statua porta il Bambino alla propria destra (la parte uterina secondo la concezione dell’epoca) non solo il volto del bambino Gesù ha proprio i tratti neonatali, a differenza delle comuni statue nelle quali si vede un bambino in un età di circa un anno .

Acquistata la statua, venne imbarcata sul veliero Nostra Signora della Salute che seguiva rotta Messina: di questo viaggio parleremo nel prossimo articolo.

Mario La Torre
Foto di Martina Melfa

 

 

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