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PALERMO (ITALPRESS) – “La Regione siciliana, grazie al Fondo sociale europeo, ha anticipato di qualche tempo quelle che oggi sono previsioni più che mai attuali del Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, in un’intervista all’Italpress.
“Con l’Avviso 33 concepito nel 2019, e a causa della pandemia attuato solo a partire dalla fine del 2020 – ha spiegato -, abbiamo introdotto un nuovo modello di formazione professionale che, più che qualifiche, crea competenze sulla base di esigenze rappresentate dalle imprese. Le aziende così diventano, insieme agli enti di formazione professionale, portatori di un progetto teorico-pratico specificamente curvato sulle esigenze di produzione. In più – ha proseguito – questo modello ha il vantaggio di subordinare l’accesso dell’impresa a una promessa cogente di assunzione di una parte dei formati”.
Oggi anche la povertà educativa è un’emergenza da non sottovalutare. Per l’assessore il problema sarà affrontato con “grande sintonia con il governo nazionale”. “Il rapporto con il ministero e con il ministro Bianchi – ha sottolineato Lagalla – è di grande collaborazione e particolare vicinanza. Siamo sul punto di sottoscrivere un accordo di programma tra governo nazionale e regionale per mettere a sistema le risorse dell’uno e dell’altro. Al tempo stesso – ha continuato -, già nella legge finanziaria del 2020 abbiamo destinato 20 milioni di euro, che diventeranno 30, per il contrasto della povertà educativa. Questo avverrà a partire dal gennaio 2022, con un programma di prolungamento del tempo pieno nella scuola primaria e uno di supporto e orientamento fino al primo biennio della scuola superiore. Per tutta l’estate 2021 e fino al 31 dicembre – ha aggiunto – concorreremo con risorse regionali a quelle già rese disponibili dallo Stato per intrattenimento ludico-ricreativo nei mesi estivi e per il recupero delle competenze perdute durante il periodo Covid, fino al 31 dicembre”.
In vista della ripresa dell’anno scolastico a settembre, le famiglie siciliane si aspettano un ritorno al tempo pieno in presenza. “Possiamo essere cautamente ottimisti”, ha spiegato Lagalla. “Abbiamo tenuto aperte le scuole al 100% della presenza fino alla terza media e in una percentuale variabile tra il 50 e il 70% senza interruzioni dalla ripresa post-natalizia, dal 14 gennaio fino alla fine della scuola. Lo abbiamo fatto anche quando – ha continuato – tutte le altre Regioni italiane avevano chiuso per effetto della terza ondata. Noi probabilmente ci eravamo preparati meglio di altri, grazie a un puntuale monitoraggio della situazione sanitaria della popolazione scolastica che ci ha portato ad avere un campionamento di oltre 330 mila tra operatori e studenti, e che mai ha posto condizioni di particolare allarme diffuso. E’ chiaro – ha evidenziato Lagalla – che dove sono stati intercettati cluster di infezione le scuole hanno chiuso ma si è trattato di interventi puntuali e chirurgici e non di interventi amputativi dell’opportunità, che va data a tutti nella massima misura possibile, di frequentare fisicamente la scuola”.
Anche per le borse di studio universitarie sono in arrivo novità. “Quest’anno abbiamo ottenuto – ha spiegato l’assessore – un risultato forse inaspettato ma sicuramente importante: tutte le quattro università siciliane hanno erogato il 100% delle borse di studio richieste dagli studenti aventi diritto. E’ una condizione non usuale, perchè normalmente il 70-75% al quale eravamo arrivati veniva considerato un accesso rilevante. Poi l’impegno della Regione, pari a circa 11 milioni aggiuntivi, ha consentito il raggiungimento di un obiettivo particolarmente importante ma soprattutto essenziale ai fini dell’acquisizione della premialità nazionale. Avendo superato il 95% su tutta la regione, andiamo in premialità e quindi – ha concluso Lagalla – l’anno prossimo il trasferimento statale, già aumentato negli ultimi anni, si incrementerà ulteriormente”.
(ITALPRESS).
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