La Guardia di Finanza ha sequestrato in provincia di Enna beni per circa 1,6 milioni di euro – VIDEO

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Nelle prime ore di giovedì 15 marzo 2018, in provincia di Enna, finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caltanissetta hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo, emesso dalla Dda di Caltanissetta, avente ad oggetto 80 ettari di terreno, una azienda agricola e conti correnti e assegni circolari intestati a Maurizio Giuseppe Nicosia, Fabrizio Michelangelo Nicosia (fratello di Maurizio) e Carmela Stagno (moglie di Fabrizio).

L’attività di indagine nasce nel 2012, quando il Gico di Caltanissetta è stato delegato dalla locale Dda ad effettuare accertamenti economico-patrimoniali nei confronti del 44 enne pluripregiudicato ennese Maurizio Giuseppe Nicosia, più volte arrestato e condannato per reati contro la persona, contro il patrimonio, stupefacenti (associazione e traffico), omicidio volontario tentato, porto abusivo di armi, lesioni personali, indebita percezione di contributi pubblici nel settore agricoltura ed allevamento, inosservanza degli obblighi sulla sorveglianza speciale.

L’uomo è stato anche sottoposto a misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di 4 anni (dal 2003 al 2007). Le attività di indagine avevano inoltre dimostrato che Nicosia apparteneva alla consorteria criminale denominata “Cosa Nostra” e, specificatamente, al clan Nicosia di Villarosa.

Durante gli accertamenti è stato individuato, tra l’altro, un atto di compravendita, perfezionato tra membri della famiglia Nicosia, che risultava degno di specifica attenzione investigativa. Si tratta di un negozio giuridico a titolo oneroso, perfezionato nell’anno 2011, attraverso il quale Maurizio Giuseppe Nicosia, principale indagato, cedeva circa 80 ettari di terreni (per il prezzo complessivo dichiarato di 400.000 euro) al fratello Fabrizio Michelangelo Nicosia e alla di lui moglie Carmela Stagno, richiedendo e ottenendo ingenti contributi comunitari dall’Agea.

L’interposizione fittizia dei parenti e dei congiunti del Nicosia era stata concepita al fine di svincolarsi formalmente dei beni per salvaguardare il patrimonio da un’eventuale aggressione da possibili misure di prevenzione. Ciò si è concretizzato con la cessione di 80 ettari di terreno, da parte di Maurizio Nicosia agli altri due indagati.

I tre soggetti citati sono indagati in concorso, oltre che per la fittizia intestazione dei beni, anche per truffa aggravata, in quanto con la loro condotta avrebbero continuato a beneficiare di contributi pubblici per l’agricoltura e l’allevamento. Tutti i reati sono stati contestati con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare il clan mafioso di appartenenza. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Caltanissetta e condotte dal Nucleo di Polizia Economica-Finanziaria della Guardia di Finanza nissena, hanno permesso di porre sotto sequestro beni per circa 1,6 milioni di euro. I sequestri odierni si aggiungono ai risultati già ottenuti dalla Guardia di Finanza nissena nel corso di tutto il 2017 ed all’inizio del 2018 nello strategico settore del contrasto alla criminalità organizzata ed alle sue proiezioni economiche. Risultati che hanno permesso di porre sotto amministrazione dello Stato beni per oltre 73 milioni di euro appartenenti a soggetti legati alle famiglie mafiose delle provincie di Caltanissetta ed Enna.

 

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