Amministrative a Nicosia, la villadorese Francesca Sforza annuncia la sua candidatura alla carica di sindaco

Francesca Sforza
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Ci giunge in redazione una lettera di Francesca Sforza, una giovane trentaduenne di Villadoro che annuncia con molto coraggio e determinazione la sua candidatura alla carica di sindaco di Nicosia.

Le elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale e del sindaco si terranno il 4 e 5 ottobre 2020, in un primo momento dovevano tenersi il 24 maggio, ma l’emergenza coronavirus ha fatto slittare di quasi cinque mesi la tornata elettorale.

Poco prima della sospensione per l’emergenza covid-19 erano quattro le candidature alla carica di sindaco: l’uscente Luigi Bonelli, l’ex sindaco Antonello Catania, l’ex assessore e consigliere comunale Melo Lizzo e l’imprenditore ex candidato sindaco Giuseppe Beritelli. Con questa salgono a 5 le candidature e Francesca Sforza è l’unica donna del quintetto.

Per la seconda volta dal 2012 una donna presenta la sua candidatura alla carica di sindaco, nel 2012 ci provò senza successo la dottoressa Maria Di Costa.  Nicosia ha avuto un sindaco donna, l’architetto Ornella Miritello ricoprì la carica di primo cittadino dal 15 luglio al 9 settembre 1991, quando i sindaci venivano eletti dal consiglio comunale.

Francesca Sforza è sempre stata impegnata in politica nelle fila della sinistra, la ricordiamo attiva tra i Giovani Democratici, ha 32 anni è residente nella frazione di Villadoro e si è laureata in Lettere moderne presso l’Università di Palermo con una tesi in storia delle tradizioni popolari dal titolo “Il calendario cerimoniale di Villadoro”. Tra le altre attività, Francesca Sforza è anche un’interprete LIS, la lingua italiana dei segni.

Il 12 aprile 2018 l’attuale sindaco di Nicosia Luigi Bonelli la nominò consulente a titolo gratuito per la valorizzazione, promozione in ambito storico, turistico e demo-etno-antropologico della Frazione di Villadoro e Milletari.

Scrivo questa mia per molte ragioni, la prima è quella di esprimere come giovane donna residente nella frazione di Villadoro in Nicosia  un profondo malessere, derivato dalla permanenza della carenza dei servizi viari e infrastrutturali che impediscono questa comunità ancor’oggi , a distanza di molte battaglie anche mie ,di collegarsi con il circondario, di connettersi a internet e di avere questi servizi indispensabili per lo sviluppo dell’ imprenditoria rurale che qui insiste e che meriterebbe di essere valorizzata a dovere.

Ritornando a Nicosia, dopo molto tempo, ho rivisto la nostra città spenta, è un dato che molti dei miei coetanei ormai vivono al Nord che la città si regge essenzialmente sul sistema pensionistico della popolazione più anziana locale; che le attività commerciali faticano a fare quadro e a crescere; che le classi delle scuole vanno via via accorpandosi per la mancanza di studenti.

Un paese senza futuro, (di cui pare molti non si preoccupino) questo mi fa soffrire come persona e come cittadina di questa ridente comunità.

Fatta di valori e molta bellezza: di uomini e donne che la mattina si alzano alle 5.30 per andare a zappare la terra, di commercianti felici che nonostante i vuoti incassi che aprono le saracinesche delle loro attività, di professionisti che si avventurano nelle strade dissestate per aiutare e stringere le mani ai loro clienti, di un Ospedale che nonostante i colpi d’accetta governativi, resiste perché è il punto che tutela la comunità locale.

A questo quadro a dare l’ultimo colpo di grazia è stata la quarantena che ha fermato i piccoli esercenti, rallentando le persone che coraggiosamente decidono di resistere e restare, ma l’abbiamo superata grazie all’umanità che ci contraddistingue.

La bellezza che ci circonda delle chiese e dei palazzi in decadimento, rispecchia un passato ricco   per cui potevamo essere invidiati, e una storia sottaciuta con una lingua dialettale che meriterebbe di essere affissa in ogni insegna di ogni luogo e attività commerciale proprio come accade altrove (Piana degli albanesi). Tutto questa bellezza territoriale, umana e storica, così difficile, meriterebbe di essere spinta e portata in ogni luogo, con orgoglio e vanto: invece è silente e vede molti giovani preparare ancora una volta la valigia, lontano dalle famiglie oppure li vede accontentarsi di quello che c’è, sperando che qualcuno possa aiutarli in qualche modo.

Quello che regge è l’umanità e la famiglia che tutt’insieme, in questa micro comunità dai grandi valori con la chiesa riesce a sollevare le sorti difficili del territorio, per cui madri e padri aiutano i figli in difficoltà famiglie monoreddito con mamme costrette a stare a casa per la mancanza dei servizi sociali o lavori da destinare alle stesse.

Quello che ci tiene vivi è la nostra terra e i nostri cari.

Faccio un profondo respiro, prima di scrivere le righe che seguono perché sarò criticata e presa per folle, ma testa cun parra si chiama cucuzza.

Ma ritengo che ci siano cose che vadano dette, che accanto all’azione del dire bisogna associare l’azione del fare perché i pensieri non restino in aria! Ben consapevole che questa è una iniziativa personale che se non dovesse andare bene, almeno in questa mia, ho espresso quello che penso del territorio che amo, espressioni che vedo condivise da molte persone nella città.

Ho ricevuto in questi giorni la chiamata a partecipare alle prossime amministrative comunali in qualità di consigliere comunale , cosa che sto attentamente valutando; per queste ragioni sono stata intercettata da diversi rappresentanti locali, dai cittadini che mi conoscono e mi riconoscono per l’impegni civico e sociale nel territorio di Nicosia e in Sicilia essendomi occupata da sempre di giovani , storia e di disabili; avendo militato precedentemente dentro un partito politico, avendo fatto politica attiva all’interno dell’università, e d essendo figlia di un sindacalista noto in Italia.

Le voci di queste persone hanno accresciuto questo mio disagio che se prima era latente adesso è manifesto! Alle prossime amministrative avremo un Sindaco uscente e una risposta identica o quasi alle ultime tre legislature locali.

Nessuna novità, nessuna alternativa, nessuna discussine elettorale propulsiva, nessun movimento umano e di pensieri o se esistenti poche spinte verso il basso (mi sudano le mani dall’emozione), una riconferma dello status quo.

Uno status che non è più vitale ma si appresta a danno di tutti ad essere nel prossimo futuro deserto.

Per queste ragioni, anche soltanto umane decido di lanciare una proposta pubblica e unitaria: chiedo ai competitori “d’oltralpe” delle prossime elezioni di riunirsi e puntare sulla mia persona.

Ebbene sì chiedo che candidino una giovane donna trentaduenne laureata che conosce il territorio e non è mai stata candidata ad essere candidata a Sindaca delle nostra ridente cittadina: Nicosia!

Una candidatura di alto profilo che ha gia’ contribuito attraverso un emendamento regionale al riconoscimento dei diritti dei disabili presso le accademie e i conservatori.

Sotto un’unica lista, fatta anche di donne, per rappresentare i giovani che ancora vogliono migliorare questo territorio,  ma che non dimenticano quanto siano importanti i consigli dei più grandi con i candidati che vogliono continuare a dare il loro contributo, come guida di un percorso da tracciare, a fianco delle famiglie e della società civile,  dei giovani che intendono spendersi alla prima esperienza,  contro le ostilità di una terra che regala gioie e anche grandi sacrifici, a fianco di tutti, spingendo affinché ci siano più investimenti a vantaggio di tutti.

Fra queste iniziative quella che mi sento di proporre v’è la partecipazione  delle scuole locali che  dovrebbero diventare delle fucine delle attività commerciali presenti in loco, gli investimenti governativi nazionali prevedono incentivi statali non indifferenti per una nuova idea di scuola fatta con ampi spazi , dunque l’istituto agrario potrebbe essere coinvolto in una attività di partenariato per la gestione e studio delle riserve boschive locali, le aziende agrarie potrebbero entrare in un circuito virtuoso dove ad essere spesi sono proprio gli studenti in attività stagionali, solo questa iniziativa a costo zero per il nostro comune farebbe girare metà dell’economia esistente sul territorio, la parte cioè che rimane ancora attiva e vitale: l’agricoltura e l’allevamento, in un progetto immediato di rilancio sociale e economico del territorio.

Servono proposte nuove, alternative c’è bisogno di idee e di una programmazione a medio e alungo termine, in sinergia con i comuni limitrofi, senza distruggere nulla di quello che è stato fatto solo per renderlo migliore più produttivo, ricercando le risorse e provando a soddisfare i bisogni di quella Umanità che all’inizio di questa mia ho provato a descrivere.

Alcuni diranno che non ho abbastanza consensi da poter esprimere questa opinione, ma è meglio essere propositivi anziché stare in silenzio ed accettare di aver perso una occasione come il contributo Zes.

Abbiamo perso tutti quanti noi questa chance, e non posso accettare che per il futuro ciò avvenga ancora, quindi chiedo di valutare ai competitori un occhio verso il futuro, puntando tutti insieme verso una nuova prospettiva comune inaspettata.

Le possibilità sono molte una è certa: ci saranno malcontenti! Ma ce ne sono molti di più fra le persone e se da donna pensante devo scegliere se creare disagio in qualcuno e lottare per la nostra terra, scelgo la seconda a rischio (non avendo nulla nelle mani se non le mie idee) di subirne le conseguenze personali, anche di defenestrazione politica o di una assenza di consensi futuri.

Lo faccio pe amore della terra dove sono vissuta e di tutte le persone che qui insistono sul territorio.

Non so che cosa seguirà dopo, di certo ho dato voce non solo a me a tanti che per timore non parlano  e non dicono quello che pensano, e va bene già così. Grazie vi prego di pubblicare questa mia lunga lettera destinata ai competitori e ai competenti locali sperando di risvegliare il cuore , l’animo e soprattutto la mente fiduciosa che tutti amiamo questo angolo sperso nel mondo. 

Dott. Francesca Sforza”

 

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