Nicosia, sulla revoca del finanziamento del progetto “Orto delle idee” interviene l’amministrazione comunale

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Il provvedimento con cui l’Assessorato regionale alla Famiglia ha revocato nel mese di aprile 2020 il finanziamento del progetto “Orto delle idee” ha causato la reazione dell’amministrazione comunale di Nicosia, che nella mattinata del 4 maggio ha convocato una conferenza stampa per chiarire alcuni aspetti della vicenda.

Appare chiaro che il Comune di Nicosia ricorrerà sia al Tar che al Tribunale civile per far valere le sue ragioni, ritenendo che l’atto della Regione Siciliana presenti dei vizi di legittimità e chiederà l’annullamento della revoca ed in via subordinata la sospensione del provvedimento, senza il quale dovrà restituire la somma di 871 mila euro.

Sostanzialmente la difesa del Comune di Nicosia si basa sul fatto che le somme finanziate per il progetto furono spese tutte entro 31 dicembre 2016, così come rendicontato alla Regione il 25 gennaio 2017 con la delibera di giunta 241 del 29 dicembre 2016. Somme spese per i lavori di manutenzione, gli acquisti di mobili e suppellettili e l’acquisto anche di un pullman per il trasporto dei disabili. I problemi sorsero con l’avvio del progetto, durante la costituzione della cabina di pilotaggio del 2016 sia l’Asp che il terzo settore non potevano fornire personale per assistere i 137 disabili che nel progetto avrebbero dovuto coltivare quattro serre ed autofinanziare tutto il progetto con un fatturato da 400 mila euro l’anno.

Si trattava di un progetto velleitario e totalmente disancorato dalla realtà. –  affermano dall’amministrazione comunale – innanzitutto prevedeva un numero troppo alto di disabili, ben 137, quando appena oggi la struttura ne ospita sette. Inoltre, doveva produrre utili per 400 mila euro frutto della coltivazione di queste serre, con prezzi quindi fuori mercato che mai avrebbero coperto i reali costi della struttura, comprensiva anche dei dipendenti che dovevano lavorare all’interno”.

Terminati gli acquisiti e la ristrutturazione dell’ex macello, l’amministrazione comunale doveva decidere se continuare il progetto o abbandonarlo. L’amministrazione comunale decise di continuare comunicando alla Regione l’esternalizzazione del servizio per l’avvio della struttura con una delibera di giunta, la 181/2017 del 20 novembre, su cui la regione non fece alcuna rilievo.

Fu emesso il bando a cui parteciparono due cooperative, la seconda arrivata fece ricorso al Tar, ma perse. Nel frattempo il 31 gennaio 2019 vi fu un’ispezione da parte dell’Unità di controllo PoFesr, dal verbale risulta che non fu riscontrata alcune irregolarità soprattutto sulle somme spese sul PoFesr 2007-2013 e che i locali dell’ex macello sarebbero stati resi funzionanti il 12 febbraio 2019, così come poi avvenne con la Nikos vincitrice della gara l’11 febbraio 2019. Pur non avendo riscontrato irregolarità nello stesso mese di febbraio 2019 iniziò la procedura di revoca del finanziamento, materializzatosi poi oltre un anno dopo con la motivazione: “l’operazione non è stata funzionante, né posta in uso, né fruibile dai destinatari, entro il 31 gennaio 2017, termine ultimo previsto per il funzionamento e l’entrata in uso del progetto”, senza tenere conto che le norme comunitarie, al fine di non far decadere il progetto ed il finanziamento prevedono delle deroghe di cui la Regione non ha tenuto conto.

 

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