Dalla diga Nicoletti, CGIL lancia l’allarme sulla gestione idrica

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Si svolgerà mercoledì mattina 16 ottobre, alla diga Nicoletti di Leonforte, la manifestazione regionale indetta della Cgil sul tema “Emergenza siccità e gestione dell’acqua”.

Nel documento “Cambiamo il futuro della Sicilia” la Cgil spiega così il senso della manifestazione: “La siccità è uno dei motori della desertificazione e del degrado del territorio”. Secondo la Cgil, la siccità è anche “tra le cause dell’aumento della fragilità degli ecosistemi con rischi irreversibili destinati a compromettere lo sviluppo, il nostro benessere, la biodiversità e l’ambiente”. Per mitigare questi rischi, la Cgil chiede di mettere in atto una strategia, che preveda un piano di forestazione e di messa in sicurezza dagli incendi, il controllo dello sviluppo edilizio dei centri urbani, la pulizia e la manutenzione dei letti dei fiumi, la bonifica dei siti inquinati e la verifica dell’eventuale contaminazione delle falde acquifere. Per fare tutto questo occorre riformare la forestale, i consorzi di bonifica e del sistema idrica integrato.

La siccità è connessa con la gestione del servizio idrico dall’approvvigionamento alla distribuzione di acqua per usi civili prelevata dagli invasi esistenti in Sicilia. Il 51,6 per cento di questa acqua, pari a 339,7 milioni di metri cubi (Fonte Istat), si disperde lungo la rete di distribuzione, che è un colabrodo. “Ecco perché al centro della nostra manifestazione mettiamo al centro le dighe, corpi idrici fondamentali destinati ad assumere sempre più rilevanza, nel cuore delle aree interne”, leggiamo nel documento sindacale.

Per la Cgil, le aree interne sono il cuore del paese interessate dalla desertificazione dei servizi di cittadinanza (salute, istruzione e mobilità) e ora anche del servizio idrico. La diga Nicoletti, come la diga Ancipa, ricade nell’area interna di Troina.  Ci mancava pure questa carenza d’acqua per usi civili per l’area l’interna di Troina, che comprende ben 14 comuni dipendenti dall’Ancipa per l’acqua. Quest’area interna siciliana, come tante altre aree interne, si è data una strategia per contenere ed invertire la tendenza allo spopolamento per mancanza di lavoro e carenza di servizi, scuola e sanità, e per le strade di collegamento che per molti lunghi tratti sono peggio delle vecchie mulattiere! Con turni di sette giorni nella distribuzione dell’acqua potabile, e con il sovrappiù del rischio di rimanere a secco, come si a resistere alla tentazione di andarsene via verso i grandi centri urbani o emigrare al nord e negli altri paesi europei?

C’è un nesso strettissimo tra l’attuale crisi idrica, una delle 6 patite nell’ultimo cinquantennio, e la strategia di sviluppo dell’area interna. Prima lo capiscono gli amministratori dell’Unione dei Comuni, meglio è.

Silvano Privitera


 

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