Associazione Liberi Imprenditori Italiani (AsLimItaly): “La morsa del fisco italiano soffoca le imprese con il pignoramento diretto”

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La recente introduzione del pignoramento diretto da parte del fisco italiano, ai sensi dell’art. 72 bis del D.P.R. n. 602/1973, sta scatenando una vera e propria tempesta nel tessuto imprenditoriale nazionale. Questa misura, che consente all’amministrazione fiscale di procedere al pignoramento senza la preventiva verifica di un giudice, rappresenta l’ultimo colpo a un sistema già fortemente provato.

Secondo l’AsLimItaly (Associazione Liberi Imprenditori Italiani) la situazione sta raggiungendo livelli critici. Milioni di aziende, da nord a sud, si trovano quotidianamente a fronteggiare una duplice minaccia: da un lato un fisco definito “vampiro”, dall’altro costi di gestione insostenibili. Questo scenario sta portando a quella che l’associazione definisce una vera e propria “ecatombe” di imprese.

Particolarmente preoccupante è l’impatto sul Made in Italy. La pressione fiscale, tra le più alte tra i paesi sviluppati, unita alla crescente presenza di multinazionali straniere, sta erodendo progressivamente lo spazio vitale delle piccole e medie imprese italiane. Un esempio emblematico è la città di Prato, dove la presenza di imprenditori stranieri ha profondamente modificato il tessuto economico locale.

Il sistema fiscale italiano si distingue negativamente per una pressione fiscale ai massimi livelli tra le nazioni sviluppate. A questo si aggiunge un quadro normativo caratterizzato da una complessità spesso incomprensibile, accompagnata da una diffusa incertezza giuridica. La situazione è ulteriormente aggravata dalle presunzioni arbitrarie a favore del fisco e dall’inversione dell’onere della prova a carico del contribuente, elementi che di fatto degradano i cittadini al rango di sudditi del sistema fiscale.

L’AsLimItaly, attraverso il suo presidente Alessandro Fucci, lancia un grido d’allarme: senza un cambio di rotta, il futuro dell’imprenditoria italiana è a rischio, con conseguenze drammatiche per l’occupazione e lo sviluppo economico del paese. L’associazione si batte per la tutela del Made in Italy, sostenendo il principio che in Italia debbano essere prioritariamente prodotti e commercializzati prodotti italiani, contrastando quella che viene definita un’invasione economica straniera che fino a qualche anno fa sarebbe stata impensabile.


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