Crisi idrica in provincia di Enna. Assoconsumatori: “A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”

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A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Questa ironica frase ripetuta sempre da Giulio Andreotti è molto calzante alle problematiche dell’acqua che si sta vivendo in provincia di Enna.

Abbiamo sottolineato dalle ricerche fatte, grazie alla indispensabile collaborazione dell’ex assessore Mario Orlando che per il 60%, circa, del fabbisogno idrico di Enna era garantito dai pozzi e dalle sorgenti utilizzate sin dal 1998. Nel 2005 allorquando la gestione fu assunta dal nuovo gestore Acquaenna il fabbisogno per Enna era soddisfatto dai 5 pozzi posti in contrada “Bannata” per quasi il 50% a cui si andavano ad aggiungere le risorse idriche derivate dalle sorgenti: Polla Castagna, Furma 2, Furma La Cara, Margio di Buffa, Caniglia, Bannata Alta e Iacopo. Portando la disponibilità per Enna a circa il 75% acquistando solo il 25% da Siciliacque con prelievi dalla diga Ancipa di Troina.

Si comprende bene con tali disponibilità nel territorio ennese, l’avvenuta mancanza della fornitura dell’Ancipa non avrebbe determinato una crisi di così ampie portate, (acqua rifornita ogni sei giorni), se si fossero utilizzate ed implementate le ricerche idriche come previsto fra l’altro dall’articolo 7 della convenzione che il gestore non ha attuato.

Naturalmente c’è da dire che l’acqua delle sorgenti e pozzi non viene pagata, in quanto di proprietà dello Stato mentre mentre quella dell’Ancipa ha un costo di €0,69 che è opportuno sottolineare ha un costo all’ingrosso doppio di ciò che pagano i gestori nel resto d’Italia.

Giustamente con la dichiarazione di emergenza idrica una pioggia di somme sono state messe a disposizione degli ATI e dei comuni della Sicilia con una ricaduta economica non indifferente tanto da permettere al presidente dell’ATI il finanziamento ed apertura di sei pozzi ed un altro finanziamento di un milione di euro per altri otto pozzi. Come sempre con i soldi pubblici si realizzano le infrastrutture mentre gli utili sono incamerati dal gestore che, forse, magari ci farà pagare l’acqua allo stesso costo all’ingrosso di Siciliacque.

In questo quadro sull’esperienza passata non c’è da dubitare? Visto e considerato che noi come associazioni di utenti abbiamo spulciato le carte e capito l’irregolarità della gara, la nomina in conflitto di interesse del RUP a gara ultimata ed affidamento provvisorio ad altra ditta. Per non parlare poi di partite pregresse, illegittime; deposito cauzionale fatto pagare due volte ecc. ecc., quindi, : A pensar male si fa peccato ma spesso si ci azzecca.

Pippo Bruno


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