PALERMO (ITALPRESS) – Un momento di confronto e coordinamento per ribadire il proprio no all’autonomia differenziata: a promuoverlo è la Cgil Sicilia in un’iniziativa a Palazzo dei Normanni, a Palermo, alla quale hanno preso parte rappresentanti del mondo politico, sindacale, accademico e giuridico.
Il timore espresso dal sindacato riguarda l’ulteriore divario che andrebbe a formarsi tra nord e sud e le difficoltà cui andrebbero incontro diversi settori, legati tanto al tessuto produttivo quanto ai servizi della vita quotidiana: la scelta di tenere tale incontro all’Ars non è casuale, in quanto si vuole mandare un segnale diretto alla politica per poi estendere il dibattito in altre sedi.
Sono già in dirittura d’arrivo una serie di iniziative di piazza ma, spiega il componente della segreteria nazionale Cgil Christian Ferrari, “se il disegno di legge Calderoli dovesse essere approvato faremo ricorso al referendum abrogativo: questa battaglia non riguarda solo il Mezzogiorno, ma tutto il paese, l’autonomia differenziata è un’idea regressiva e antistorica. Siamo fortemente contrari a un progetto che è destinato ad allargare ulteriormente divari territoriali e disuguaglianze sociali, compromettendo le prospettive di tutto il paese e non solo del meridione: l’Italia per contare di più in Europa deve proiettarsi come un grande sistema unitario”.
Ferrari evidenzia poi una serie di aspetti che vedrebbero il sud fortemente penalizzato rispetto al nord: “Pensiamo al dibattito che si sta facendo sui Livelli essenziali delle prestazioni: senza nuove risorse con finanza pubblica invariata quando si danno più soldi in compartecipazione alle regioni più ricche inevitabilmente si finisce per sottrarli alle altre. Su scuola e sanità servono investimenti importanti in vaste aree del Mezzogiorno, che deve inoltre puntare a diventare l’hub della nuova industria innovativa e non quello delle fonti fossili come ha in mente il governo. Infrastrutture, politiche di coesione e Zes unica sono la prova di una centralizzazione brutale dei territori meridionali, che vengono commissariati dal governo, mentre al nord si promettono poteri senza precedenti su questioni di rilevanza strategica nazionale”.
Per la Cgil Sicilia è Angela Biondi, componente della segreteria regionale, a esprimere preoccupazione sul provvedimento: “Alle regioni del sud non è stata data l’opportunità di essere come quelle del nord: il lavoro manca perchè l’industria è andata verso una progressiva desertificazione. La Sicilia non può vivere solo di turismo, perchè il tessuto industriale e produttivo è fondamentale. La ricaduta della differenziazione tra regioni ricadrà su scuola, sanità e salari: c’è già una grande sperequazione tra le regioni, così si rischia solo di allargarla. L’idea del governo è di mandare avanti solo chi è in condizione di farlo”.
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