PALERMO (ITALPRESS) – Il 2023 è stato un anno particolarmente fiorente per la ripresa turistica in Sicilia, tornata ad accogliere flussi di visitatori italiani e internazionali dopo che gli ultimi anni sono stati condizionati dalle restrizioni legate alla pandemia; il tutto nonostante le diatribe sui prezzi dei biglietti aerei e gli incendi che a luglio hanno devastato l’isola. Di questo e altro, soprattutto in termini di prospettive future, si è discusso alla “Giornata mondiale del turismo” all’Hotel San Paolo Palace, a Palermo: sono intervenuti tra gli altri l’assessore regionale al Turismo Elvira Amata, l’omologa al Comune di Palermo Sabrina Figuccia, il presidente dell’Autorità portuale della Sicilia occidentale Pasqualino Monti e il presidente di Reti ferroviarie italiane Dario Lo Bosco.
Alla kermesse ha preso parte, in collegamento video, anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè. “La Sicilia ha riscontri importanti per i flussi turistici, ma quest’anno tra calamità naturali e sovrapprezzo dei biglietti aerei è stata penalizzata – afferma -. Ciò non toglie che ci siano stati passi avanti importanti sul piano dell’offerta turistica, ma mi impegno comunque per attuare presto un tavolo di lavoro specifico per la regione”.
Santanchè poi evidenzia la prospettiva, a livello governativo, di “far diventare il turismo la prima azienda del nostro paese: stiamo lavorando perchè questo possa avvenire al termine della legislatura. Oggi l’Italia è il quarto paese al mondo per turismo e puntiamo con decisione a tornare sul podio”. La ministra inoltre non nasconde le difficoltà incontrate nel settore dal momento dell’insediamento: “La filiera del turismo rappresenta il 13% del nostro Pil, ma si è investito troppo poco rispetto alle potenzialità che abbiamo. Anche in termini di occupazione negli anni precedenti si doveva fare di più, sia per quanto riguarda il gap tra lavoro maschile e femminile sia per i salari troppo bassi: con il governo abbiamo provato a mettere una pezza, inserendo 500 euro in poi in busta paga per gli operatori turistici”.
Secondo l’assessore Amata, la ricetta per permettere alla Sicilia di raggiungere un’offerta quanto più completa possibile passa dalla comprensione che “il turismo può accelerare l’industria dell’economia aumentare il Pil e generare occupazione. Oltre al problema dei rifiuti, in quest’estate più che nelle precedenti abbiamo dovuto fare i conti con il dramma degli incendi, che hanno eliminato un patrimonio ambientale incredibile”.
Nonostante tali criticità, i numeri sono comunque positivi: “Da gennaio ad agosto abbiamo avuto un incremento di presenze importante rispetto al dato del 2019, che era stato uno dei migliori”, sottolinea Amata, che si sofferma poi sull’importanza del turismo delle radici: “All’estero ci sono diverse associazioni di italiani che non hanno mai dimenticato le loro radici: sfruttando il loro amore per l’Italia possiamo andare incontro a un incasso importante”.
Anche Figuccia sottolinea l’importanza di risolvere i problemi strutturali del territorio per favorire il rilancio del turismo: “Parlare di idee e prospettive è bello, ma prima di tutto bisogna risolvere i problemi dell’edilizia, dei rifiuti e delle infrastrutture. Nel frattempo registriamo come il post pandemia per Palermo è stato entusiasmante, in più aver chiuso il cerchio delle questioni contabili ci ha permesso non solo di uscire dal pre dissesto, ma anche di riportare le casse del Comune in bonus”.
Per Monti la crescita dei flussi turistici è strettamente legata ai miglioramenti apportati all’area del porto: “Sciascia aveva ragione quando diceva che Palermo aveva voltato le spalle al mare: il nostro è stato un lavoro intenso, ma abbiamo liberato la parte sud da tutto ciò che c’era di fatiscente e realizzato una serie di strutture ricettive. Il porto non è solo luogo di commercio, ma un quartiere che appartiene alla città e un punto di accesso alla Sicilia”. Un altro dato che attesta il nuovo corso del porto riguarda il numero dei passeggeri crocieristi, salito a 950mila nel periodo gennaio-agosto 2023.
A miglioramenti simili punta ad andare incontro anche il settore ferroviario e, spiega Lo Bosco, tale percorso è già ben avviato: “Con il presidente Schifani e il ministro Salvini siamo d’accordo per valorizzare le stazioni del sud Italia e in particolare della Sicilia: vorremmo che assumessero il ruolo di agorà, per valorizzare artigianato, prodotti gastronomici ed eventi culturali. Sarà un nuovo modo di considerare il turismo e il passaggio di persone e merci in Sicilia”. Altra priorità è potenziare il collegamento con Agrigento in vista del 2025, quando sarà capitale italiana della cultura: “Se non abbiamo infrastrutture efficienti sarà difficile raggiungerla: abbiamo già in programma treni da Agrigento alla stazione Notarbartolo in un’ora e 45 minuti e pensiamo anche a un collegamento direttamente con l’aeroporto di Palermo”. Infine, in sinergia con l’autorità portuale, è allo studio “una galleria che possa collegare la stazione di Giachery con il porto”.
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