Un’indagine condotta da Serenis (https://www.serenis.it/), la piattaforma di benessere mentale, ha rivelato che l’80% dei pazienti che iniziano un percorso di psicoterapia per problemi correlati al lavoro non riceve una conferma di diagnosi.
Perché tendiamo a attribuire al lavoro la causa dei nostri malesseri? Quali sintomi possono confonderci? Scopriamo i campanelli d’allarme che segnalano disagi legati alla sfera professionale e i sintomi che possono creare disordine.
Luglio 2023 – Solo il 20% dei pazienti che iniziano un percorso di psicoterapia per questioni legate al lavoro riceve una diagnosi collegata: è quanto emerge da un’indagine interna condotta da Serenis su un campione di oltre 3000 persone.
Dall’analisi, si evidenzia che le donne costituiscono il gruppo prevalente, rappresentando il 67% dei casi. La fascia di età tra i 25 e i 35 anni è la più colpita, coinvolgendo il 46% del campione, mentre solo il 9% dei partecipanti oltre i 45 anni segnala disturbi in questo ambito.
“Il posto di lavoro è dove trascorriamo gran parte della nostra vita, circa 60.000 ore in media. Spesso agisce come trigger per altre difficoltà psicologiche. In terapia, esaminiamo attentamente come ciò influisce sul comportamento quotidiano. La capacità di gestire in modo indipendente la sfera lavorativa è un parametro rilevante anche per la salute mentale. Tuttavia, il mondo del lavoro sta cambiando rapidamente e talvolta non è allineato alla preparazione accademica dei pazienti, generando confusione riguardo agli obiettivi e alle prospettive, soprattutto con il peso delle aspettative familiari“, afferma Martina Migliore, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale di Serenis, commentando i dati della ricerca.
Malesseri Lavorativi: Quando il Problema Potrebbe non Essere il Lavoro?
Dallo studio emerge che tra le persone che si rivolgono agli psicoterapeuti di Serenis per difficoltà correlate al lavoro, il 37% presenta un disturbo di ansia, il 22% intraprende un percorso legato alla crescita personale, il 19% affronta problemi di autostima e il 17% ha difficoltà relazionali. Altri percorsi riguardano lo stress (8%), crisi esistenziali (7%), assertività (6%), problemi di coppia (5%) e disturbi depressivi (4%). La restante parte si concentra su disagi legati al lutto, traumi, disturbi dell’umore, attacchi di panico, comportamento alimentare, sonno e altro ancora.
Perché tendiamo a identificare nel lavoro la causa del nostro malessere? E quali patologie si celano dietro? Martina Migliore, offre uno sguardo più approfondito sugli aspetti da considerare.
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