PALERMO (ITALPRESS) – Si è aperta tra gli applausi dei presenti la consegna da parte del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, delle chiavi dell’Istituto professionale di Stato per i servizi di enogastronomia e l’ospitalità alberghiera intitolato all’ex dirigente Pietro Piazza, in Corso dei Mille, a Palermo. Un passo in avanti significativo compiuto di comune intento dal Governo, dall’amministrazione cittadina e da quella regionale, con Piantedosi che questa mattina in prefettura ha siglato un accordo tra l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla mafia e la Regione Siciliana, con il fine ultimo di accelerare le procedure burocratiche e migliorare la gestione dei beni nel territorio. “Ho il piacere di consegnare oggi la vera proprietà dell’Istituto ‘Pietro Piazzà al Comune di Palermo, con un’iniziativa dall’importanza particolare di cui tutti i cittadini, oltre che i bilanci del comune, beneficeranno”, sottolinea il ministro. Procedure burocratiche oggetto anche del ringraziamento rivolto dal sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, allo stesso ministro e al prefetto Maria Teresa Cucinotta, sottolineando “l’attesa durata vent’anni per restituire ufficialmente questo Istituto alla città e ai suoi studenti”.
“Ringrazio il ministro Piantedosi per la sua costante presenza a Palermo, che pone un’attenzione particolare della quale questa amministrazione non può che essere orgogliosa. Ci sono momenti – prosegue Lagalla – in cui la presenza delle istituzioni diviene fondamentale, rassicurante e promettente. Ringrazio anche l’Agenzia per i beni confiscati e il prefetto Cucinotta, perchè sin dall’insediamento della nuova amministrazione abbiamo istituito un rapporto di feconda collaborazione grazie all’impegno costante suo e del direttore dell’Agenzia, Bruno Corda. Questa riconsegna tranquillizza, insieme ad altre vicende, dal punto di vista della gestione amministrativa rispetto al piano di riequilibrio del Comune di Palermo sui fitti passivi e sulle spese da contenere che stiamo portando avanti. Questo è un bene che l’amministrazione della città metropolitana detiene da circa dieci o vent’anni, ma com’è noto devono esaurirsi tutte le procedure burocratiche perchè la confisca possa considerarsi definitiva e conseguentemente il bene entrare pienamente nella disponibilità delle amministrazioni”.
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