Tradizioni pasquali a Piazza Armerina: ce ne parlano mons. Scarcione e don Aira – VIDEO

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La città di Piazza Armerina si caratterizza, come tutti i centri, grandi e piccoli della nostra Isola, per particolari celebrazioni durante la Settimana Santa.

Delle tradizioni pasquali piazzesi ci hanno raccontato  mons. Antonino Scarcione, preposto del Capitolo della Cattedrale Maria Ss. delle Vittorie, e don Alessio Aira, parroco della Cattedrale di Piazza Armerina.

“A Piazza Armerina, nel Duomo, l’altare maggiore viene coperto con un telo, in segno di lutto, nel periodo in cui si ricorda la morte di Gesù e la sua sepoltura. Lo stesso telo viene innalzato, al canto del gloria, nella resurrezione del Signore, per la Pasqua.

La città si raccoglie, inoltre, presso la chiesa della Collegiata del Crocifisso, da dove Gesù crocifisso viene portato dai confrati in processione per le vie della città. C’è contemporaneamente l’urna del Cristo morto portata dalle donne.

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Tutti i componenti del coro dei lamentatori accompagnano queste celebrazioni con le parole dei loro canti, che, anche se un pò modificate, ricalcano lo “Stabat Mater“, in latino, descrivendo le varie tappe del Calvario”.

PiazzaArmerinaTradizioniPasquali6Nel tardo pomeriggio del Giovedì Santo, è avvenuta la messa in Coena Domini con cui ha preso avvio il triduo pasquale. Si è così entrati in quelli che sono i giorni più importanti dell’anno liturgico per la comunità cattolica, che rivive i misteri cruciali della vita di Gesù, la sua passione, morte e resurrezione, attraverso i quali Gesù ci ha comunicato l’infinito amore di Dio per noi. La comunità credente convocata più volte nell’ascolto della Parola, attraverso una ritualità ricchissima vuole appunto raccontare al mondo la bellezza dell’amore di Dio, che non ha esitato a donare il suo unico Figlio.

I due prelati, Scarcione e Aira, ai nostri microfoni hanno colto l’occasione per augurare una Santa Pasqua a tutti i nostri lettori TeleNicosiani, “perchè ciascuno possa vivere una resurrezione personale nell’incontro con la persona di Gesù, che è vivo e vive nei nostri cuori ed affinché la Pasqua possa davvero convertire tutti alla fraternità e all’amore sincero, per condurre la propria vita come servizio appassionato al prossimo”.

Giuseppe Lagati

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