Oggi 2 marzo si festeggia San Luca Casale da Nicosia.
San Luca nacque a Nicosia (Enna) in Sicilia nel IX secolo, verso i dodici anni fu condotto da un monaco nel monastero di Santa Maria Latina di Agira (Enna), dove prese l’abito e in seguito venne ordinato sacerdote.
Crebbe e visse dotato di spirituali virtù e la popolazione dei fedeli si recava volentieri al monastero per consultarlo. In età adulta fu eletto abate del monastero di Agira, ma egli rifiutò la carica per umiltà, i monaci non si arresero e fecero intervenire il papa, allora Luca Casali accettò per ubbidienza.
Trascorsero gli anni, in cui esplicò grande attitudine e prudenza nella carica di abate, finché fu colpito dalla cecità; ma questa grave limitazione, specie per quei tempi, non lo bloccò e continuò a svolgere il suo apostolato facendosi accompagnare nei suoi spostamenti dai confratelli.
La sua santità si rivelò agli increduli monaci, quando un giorno ritornando da Nicosia dove aveva fatto visita ai parenti, gli fu fatto credere di avere davanti una gran folla di fedeli e lui prese a predicare in quel luogo che era invece deserto; al termine della predica impartì la benedizione, cui le pietre risposero con un sonoro “Amen!”.
Di fronte a questo prodigio i monaci che l’accompagnavano gli chiesero perdono. Tornato nel monastero di Agira, morì in concetto di santità e fu sepolto nella chiesa di S. Filippo.
La sua fama di santo crebbe tanto che il suo corpo fu deposto nella stessa urna di s. Filippo di Agira, grande sacerdote esorcista, morto ad Agira nel 453 ca.
In seguito si perse il ricordo del suo sepolcro, ma il culto continuò; nel 1575 al cessare dell’epidemia di peste, il popolo e il senato della città di Nicosia per riconoscenza verso s. Luca Casali, decisero di celebrare la sua festa a spese del Comune, chiedendo al papa di riconoscerlo patrono della città.
Venti anni dopo nel 1596, durante alcuni lavori di ristrutturazione, furono ritrovati i resti di s. Luca Casali, di s. Eusebio monaco e di s. Filippo di Agira, evidentemente nascosti al tempo delle invasioni saracene, in tale occasione la sua città natale Nicosia, chiese ed ottenne una reliquia del santo abate, accolta con grande solennità.
Per il resto le fonti storiche che lo riguardano sono discordi; l’anno della sua morte secondo alcuni studiosi è nell’anno 890 ca. altri dicono verso il 1164, ad ogni modo sembra sia vissuto prima delle invasioni arabe in Sicilia che cominciarono nell’827.
Anche l’Ordine religioso cui appartenne è messo in discussione, c’è chi lo considera Benedettino, altri monaco Basiliano.
Nella parrocchia di S. Michele, sotto la spinta positiva del parroco don Filadelfio Scandurra, è stata dedicata l’intera settimana ai festeggiamenti in onore del Santo nicosiano, iniziando con la proiezione del documentario “L’isola dei monaci” di Anne Christine Giradot; l’Adorazione Eucaristica e, ieri sera, l’interessante intervento – sotto forma di Lectio Divina – di padre Vittorio Rizzone, Abate di San Martino delle Scale, il quale ha aiutato i numerosi fedeli presenti a comprendere meglio il contesto in cui visse San Luca Casale, il quale ancora oggi, con il suo stile di vita, ci insegna a volgere lo sguardo verso Dio e trovare nella Parola la forza per affrontare la quotidianità, soprattutto nei momenti di sconforto e di confusione.
Questa sera la solenne celebrazione eucaristica presieduta da mons. Giuseppe Schillaci, vescovo della Diocesi di Nicosia.
Mariaelena Costa
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