Da un mese e mezzo il presidio sanitario di Gagliano, la struttura a cui le famiglie – e tanti anziani, spesso non autosufficienti – si rivolgono periodicamente per visite e accertamenti di vario genere, è letteralmente fermo. È la denuncia del gruppo consiliare di maggioranza, a firma dei consiglieri Antonio Scardilli e Giuseppe Candito, quest’ultimo presidente del consiglio, che segue la lettera già inviata all’Asp, a fine gennaio, dal sindaco Salvatore Zappulla.
“Da quasi sei settimane l’utenza non ha più la possibilità di poter svolgere quegli accertamenti diagnostici e specialistici che, nel tempo, sono rimasti veramente pochi – scrivono Candito e Scardilli -. La situazione allarma e preoccupa oggi l’intera comunità, che ci chiede a gran voce di comprenderne le ragioni, perché si intervenga e venga ripristinato quantomeno lo status quo ante sanitario e funzionale”.
I consiglieri prendono atto della nota già inviata dal sindaco il 26 gennaio scorso, specificando di condividerne modi e contenuti, pur ritenendo le criticità segnalate dal sindaco veri e propri “disservizi”, ma evidenziando come da Enna sia “rimasta lettera morta”. E si riservano di inviare la nota al prefetto e all’assessore regionale alla Salute Volo, oltre che di convocare un consiglio comunale ad hoc invitando i vertici dell’Asp e dell’assessorato, stigmatizzando l’assenza, sino a questo momento, di risposte né al sindaco né al consiglio.
“Con il medesimo garbo si chiede preliminarmente di far conoscere quali siano le motivazioni che hanno determinato il problema – chiedono ancora Candito e Scardilli -. Vogliamo sapere se si è trattato di un errore, se ci sono stati errori nel bando o cosa, ma soprattutto se si é provveduto al ripristino del servizio o se ciò sia in itinere”.
La richiesta, infine, rilancia affermando come bisogna andare oltre, dicendo di puntare sulla “sensibilità personale e professionale” del commissario dell’Asp Francesco Iudica, a cui è inviata la nota, che ha destinatari anche il direttore sanitario e il direttore del distretto di Nicosia: oltre a “rimettere in efficienza e con tempestività il servizio”, infatti, a detta dei consiglieri occorre “ridare al presidio territoriale decentrato la primigena funzionalità per numero e specializzazione delle risorse umane ampliando anche le figure specialistiche che, in tempi passati, erano presenti”.
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