PALERMO (ITALPRESS) – Chi arriverà alla guida della Regione siciliana la troverà “con le carte in regola”. Ne è convinto il governatore uscente, Nello Musumeci, che nel corso di un’intervista all’Italpress racconta come tra i ricordi più belli del suo mandato elettorale ce ne sia uno legato a questi ultimi giorni: una mail ricevuta “da un cittadino di sinistra” dispiaciuto del fatto che non fosse ricandidato. “Mi ha scritto che mi avrebbe votato ‘scegliendo non il partito, ma l’uomo onesto ed efficentè. Mi sono commosso quando l’ho letta”. Un mandato che si conclude e che è stato caratterizzato dalla pandemia “che ha bloccato i cantieri per due anni – dice Musumeci -. Ma senza la pandemia non sarebbero emerse le carenze del sistema sanitario che abbiamo ereditato e quindi, dopo averlo constatato, abbiamo realizzato 209 nuovi posti letto di terapia intensiva e sub intensiva, avviato le procedure per il nuovo ospedale di Siracusa, abbiamo aperto il San Marco di Catania e abbiamo pronto Ismett 2 a Palermo che sarà un fiore all’occhiello”.
Musumeci elenca il lavoro fatto rispetto “alle macerie” trovate al suo insediamento: dalla spesa dei fondi europei ai concorsi per l’amministrazione regionale che sono nuovamente ripresi, agli investimenti per le infrastrutture e alla decisione di fare ripartire la gara per i termovalorizzatori. Certo, il Covid resta tra i momenti più duri del suo mandato, con la scelta di chiudere gli accessi della Sicilia per diversi mesi “ma sono contento di averlo fatto perchè chi pensava che la Sicilia sarebbe diventata una sorta di campo da guerra si è dovuto ricredere”. Osserva da lontano la campagna elettorale per la sua successione, definendola “piatta, senza confronto sui grandi temi” e definisce il candidato di centrodestra, Renato Schifani, “autorevole” con “la sua esperienza alla guida di Palazzo Madama che è una garanzia per tutti”.
Ma qualche messaggio, nel corso dell’intervista concessa all’Italpress lo lancia: “Spero che sappia resistere, come ho fatto io, agli egoismi di qualcuno. Ma questo accade ovunque, nel centrodestra come nel centrosinistra”.
Sugli altri candidati, un passaggio sul suo vicepresidente Gaetano Armao che ha deciso di correre per il Terzo polo di Calenda e Renzi. “Mi spiace per Armao che ha fatto una scelta diversa rispetto alla coalizione, ma capisco la sua amarezza per quello che ha dovuto subire in questi 5 anni e i bocconi amari che ha dovuto ingoiare”, ha spiegato.
Il presente lo vede come candidato capolista al Senato per la Sicilia orientale di FdI, “onorato” della scelta fatta da Giorgia Meloni, si definisce il futuro come inquilino di Palazzo Madama.
“Io sono un soldato – ha detto nel corso dell’intervista -. Sono pronto ad accogliere le indicazioni che verranno dal mio partito che è Fratelli di Italia e che ha accettato di fare confluire al suo interno il mio movimento e le sue istanze per i territori”. Obiettivo del suo mandato in Senato quello di fare “da cerniera” tra le istituzioni romane e quelle siciliane. E i primi impegni saranno sul fronte della realizzazione delle infrastrutture “per fare della Sicilia un hub del Mediterraneo” e l’abbattimento del numero chiuso nella facoltà di Medicina: “Mancano 60 mila medici in Italia, 3 mila solo in Sicilia”.
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